Beni durevoli: nel 2002 vincono i consumi di quelli di nicchia

Stando all’Osservatorio Findomestic, la crisi nei consumi c’è, ed è generale. Passato l’effetto 11 settembre gli acquisti in Italia sono andati riprendendosi, ma di crescita esponenziale si può parlare solo per lettori Dvd e macchine fotografiche digitali.

6 dicembre 2002 I dati del 2001, depurati dall’inflazione, e le previsioni del 2002 a valori correnti riferiti al consumo nazionale dei beni durevoli parlano chiaro. Se dopo anni di crescita, a partire dal ’95 a oggi, televisioni, videoregistratori, videocamere e cellulari hanno registrato crescite esponenziali per poi raggiungere una certa stabilità (se non una flessione), il boom registrato nel mercato dei Dvd e delle macchine fotografiche digitali, è ancora tale. Questo il dato principale che si evince dai pubblicati all’interno dell’Osservatorio Findomestic, giunto ormai alla nona edizione. Ed ecco allora che una rapida occhiata all’andamento dei mercati di beni durevoli nel corso del 2002 induce a ritenere che vi sia una flessione dei consumi alquanto generalizzata, in termini di quantità vendute. In compenso, però, i mercati crescono in termini di spesa complessiva. Ma andiamo con ordine.

Come già preannunciato, alcuni settori mostrano flessioni notevoli le cui ragioni vanno oltre il semplice calo dei consumi: videoregistratori e macchine fotografiche tradizionali gli esempi più eclatanti, affossati dal progressivo affermarsi di lettori Dvd e macchine fotografiche digitali. Nel caso dei Dvd, in soli 4 anni (dal ’98 al 2001), la spesa a valori costanti è cresciuta del 1.516%. Per il 2002 la crescita in termini di quantità è stimata nell’ordine del 54%, mentre a causa del forte calo dei prezzi, quella in termini di valore non dovrebbe superare il 19%. Ma una nuova impennata nelle vendite è attesa nel momento in cui i Dvd Recorder (i modelli che permettono anche la registrazione, oltre alla riproduzione) verranno commercializzati a un prezzo più accessibile. Nel caso delle videocamere siamo di nuovo di fronte a un mercato che, dal ’97 a oggi, ha evidenziato un trend di crescita che solo adesso comincia a stabilizzarsi. Ai modelli digitali il merito di aver risollevato le sorti del mercato in questione. Lo stesso si può dire per le fotocamere digitali. In soli cinque anni (dal 1997 al 2001), in termini di spesa, si è passati da 9 milioni di euro, equivalenti a circa il 3% dell’intera quota di mercato (calcolata solo sulle apparecchiature) a 130 milioni di euro, con una quota di mercato pari al 47%. In ulteriore crescita il trend previsto per l’anno in corso, quando la spesa in quest’ambito dovrebbe superare i 180 milioni di euro, per una quota di mercato pari al 59%. In termini di quantità vendute, però, il discorso cambia. Le apparecchiature tradizionali restano in testa rispetto a quelle di nuova generazione anche se è lecito aspettarsi, da qui a qualche anno, il sorpasso. Intanto però, rispetto al 2001, nel 2002 la quantità di dispositivi tradizionali venduti ha subito un decremento percentuale in termini di quantità vendute del 14,8% a fronte di un aumento dei prezzi del 2,2% e di un decremento nel valore pari al 12,9%. Sempre confrontando le variazioni percentuali anno su anno, le macchine fotografiche digitali hanno, invece, registrato un incremento nelle quantità vendute pari al 55,1% a fronte di un decremento del 10,6% nel prezzo e a un aumento del valore del 38,5%.

Prima di chiudere lo spaccato sui beni durevoli di consumo in Italia, nell’ambito dell’elettronica di consumo sul quale abbiamo scelto di concentrarci, non poteva mancare una parentesi sull’office equipment, la cui discesa sembra ormai inesorabile. Sia in termini di quantità vendute, sia in termini di spesa complessiva, anche se non eclatante come negli scorsi anni.
Dopo una crescita ininterrotta (dal ’95 al 2000) il comparto pc, che rappresenta circa il 70% dell’intero mercato, prosegue la brusca frenata registrata nel 2001. Per l’anno in corso la flessione nella spesa è, infatti, stimata intorno al 18%. Allo stesso tempo, il mercato delle stampanti presenta variazioni, rispetto al 2001, abbastanza simili a quelle dei pc: la spesa prevista si aggira nell’ordine dei 485 milioni di euro, rispetto ai 562 milioni di un anno fa. I modelli a getto d’inchiostro rappresentano ancora l’80% del mercato e sono anche quelli in cui si sono registrati i cali più contenuti. Per quanto riguarda il mercato dei monitor (il cui valore è passato dai 597 milioni del 2001 agli attuali 525) si registra una forte preferenza per gli Lcd che rappresentano ormai un quarto del mercato totale in termini di quantità vendute e circa la metà in termini di valore. Infine, il mercato degli scanner registra una crescita nei prezzi, anche se l’andamento è in linea con il comparto dell’office equipment in generale, tale per cui, il suo valore è passato dai 106 milioni di euro del 2001 agli attuali 98 milioni.

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