Reportage – Il modello del pc imposto sui telefonini richiede una alimentazione non sostenibile dalle batterie d‘oggi. Un‘alternativa è il ritorno ad architetture differenziate.
15 giugno 2004 La struttura logica d’un telefonino di fascia alta è
molto simile a quella di un personal computer.
La differenza fondamentale è
che il pc può creare ed editare materiali multimediali, mentre il
telefonino ha una capacità di editing praticamente nulla.
Questo approccio
richiede consumi energetici elevatissimi. Fino a ieri le
batterie avevano risolto il problema rendendo utilizzabile il litio come
materiale principale e poi il cobalto come materiale secondario.
Oggi la
richiesta di corrente continua a salire, il cobalto sta per sparire e si
chiedono geometrie strane per sfruttare il pochissimo spazio dei telefonini in
sviluppo.
La chimica d’oggi non sembra in grado di supportare le necessità
di un modello di sviluppo basato sul pc, ovvero con una forte base elettronica
disponibile in tutti i modelli per tutte le esigenze.
Ciò richiederà un
parziale ritorno alle origini: tutti i produttori stanno infatti
segmentando la loro offerta per gruppi di utenza, riducendo o
eliminando alcuni dei componenti interni.
Ciò comporterà una scelta
architetturale profonda. In molti casi non sarà più giustificato l’impiego di
microprocessori potenti. Questo componente consuma poca corrente (circa il 10%
del totale), ma costa e impone una struttura di sistema piuttosto ampia, non
sempre giustificata.
Se confermato, questo trend porterà alla proliferazione
di hardware alternativi, molto caratterizzati e a basso consumo. In un tale
scenario i media processor, che gestiscono efficacemente una serie di necessità
di base, dall’audio al video catturato, ai giochi, potrebbero rappresentare
molto più d’una nicchia.





