Accomunati dal medesimo target, i due settori stanno attuando nuovi scenari di collaborazione, in cui l’informatica gioca un ruolo di primo piano
Il trend è sotto gli occhi di molti. Per una Wal-Mart che, Oltreoceano, sta lavorando per aprire una propria banca, è possibile osservare nelle ben più vicine Inghilterra e Francia, una grande distribuzione già da tempo organizzata per proporre prodotti di natura finanziaria. Il famoso detto “l’unione fa la forza” assume una sua precisa connotazione quando a palesarla sono due settori diversissimi, eppure molto vicini fra loro come Banche e Retail.
Anche in Italia, infatti, gli esempi di una possibile sovrapposizione non mancano: dalle carte di credito brandizzate da alcune insegne della Gdo stiamo velocemente passando all’offerta di nuovi prodotti finanziari da introdurre nel carrello della spesa.
Considerati “maturi”, i settori sono accomunati anche dal medesimo target: il cliente finale, del quale sono chiamati a conoscere le problematiche, per mantenerlo fidelizzato nel tempo. Sul piano delle similitudini, poi, fra i punti vendita delle filiali bancarie e le vetrine delle insegne retail spicca la ricerca di una capillarità territoriale così come l’attenzione all’informatica che permette di ottenere quella multicanalità funzionale a raggiungere nuovi settori di mercato. Privilegiare il self service come modalità d’acquisto autonoma, ad esempio, è un altro punto di contatto, come pure l’ottimizzazione dei flussi dati e di cassa, nonché la gestione integrata del back office, con sistemi specifici e opportuni.
Con un punto nodale sopra gli altri: sia per la grande distribuzione che per il mondo bancario, la sfida è quella di riuscire a proporre ai clienti non più, o non solo, un prodotto o un servizio, bensì un’esperienza.
La scommessa dell’integrazione informatica e tra settori ha comunque confini più allargati rispetto a quelli nazionali. Per Carlo Giugovaz, direct banking manager di UniCredit Banca «il potenziale c’è, ma in Italia una certa innovazione stenta a decollare. Stando ad alcuni dati interni, parlando di fenomeni “emergenti” come, per esempio, il commercio elettronico, nel nostro paese il fatturato non superara i 6 milioni di euro, contro i 60 della Gran Bretagna e gli oltre 100 degli Stati Uniti. Con ciò, la convergenza fra Banche e Distribuzione sta comparendo all’orizzonte, tanto che è già in corso da parte nostra un’attenta riflessione, ma è altrettanto vero che siamo presenti in 27 paesi, dove anche le normative sono diverse. Come banca, poi, dobbiamo essere in grado di supportare i retailer nella gestione del business rendendo sicure le transazioni dei loro clienti». E qui, come in molti altri ambiti di un rapporto che sta evolvendo, le tecnologie It possono fare la differenza e la stanno facendo. «Aree di collaborazione ce ne sono – prosegue il manager -, ma ne deve essere messo in chiaro il valore. Se ai retailer invidiamo la gestione di prodotti a scaffale che si vendono da soli e una logistica collaudata, dalla nostra abbiamo una competenza nel gestire la complessità dei processi», che grazie a software mirati possono essere conosciuti e amministrati nel dettaglio.
Antesignano dell’integrazione informatica, il marchio Coop non considera una novità le carte ai soci, come pure l’offerta di prodotti finanziari (mutui compresi). Claudio Neglia, responsabile dello sviluppo organizzativo di Coop Liguria, infatti, fa notare come «dai carburanti alla telefonia passando dalle librerie, da sempre il nostro intento è quello di aprire a nuovi ambiti di consumo in base alle richieste che arrivano dai clienti. Lo scopo, come nel caso del corner sanitario messo a punto per prenotare, se non addirittura effettuare, visite mediche all’interno dei nostri punti vendita, è quello di fornire un servizio completo, dove la spesa alimentare è solo una delle tante cose da spuntare dalla lista. I nostri obiettivi, alla fine, sono due: essere un’insegna che ispira fiducia complessiva ai clienti e risultare convenienti, offrendo sempre qualità al miglior prezzo. In questo quadro si inserisce anche il credito al consumo di cui tutti parlano» e che, proprio per le sue caratteristiche, richiederebbe l’impiego di strumenti It spinti.
Per Vincenzo Grimaldi, amministratore delegato di Carrefour Servizi Finanziari, «nella nostra realtà, la convergenza è già realtà da 25 anni. In Francia, e poi per primi in Italia, abbiamo investito in sistemi di pagamento elettronici con l’allora Sanpaolo Imi con il quale abbiamo messo a punto una tecnologia integrata in cassa per divulgare la cultura dei pagamenti che non fossero in contanti, al punto che ad oggi, oltre il 50% dei pagamenti avviene con questa modalità. L’obiettivo, anche per il futuro, è di dematerializzare il contante. E se a Torino è già possibile pagare la bolletta di casa direttamente in barriera casse, a breve partiremo anche con un prodotto assicurativo con polizze facili da comprendere perché alla fine, se ci preoccupiamo della salute dei clienti controllando il cibo sui nostri scaffali, perché non dovremmo prenderci cura anche delle loro finanze?».
Riporta ai temi della convergenza Francesca Nieddu, responsabile area Strumenti di relazione della Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo, che sottolinea come «per il nostro Gruppo il grande motore che spinge verso la convergenza è la metodologia di pagamento, che stiamo cercando di spostare sempre di più dal contante alla carta. Al momento stiamo sviluppando tecnologie che abbracciano il mobile banking più moderno con il mobile payment, promosso attraverso l’attivazione di servizi che premiano gli utilizzatori».
Caso a sè, in questo senso, è l’esperienza di PosteShop del Gruppo Poste Italiane. «Paradossalmente – per Angelo Giuliano, responsabile marketing & sales di PosteShop -, 14.000 uffici postali da gestire sono un problema, se osservati sotto la lente dei costi fissi di infrastruttura. Ma tant’è. Il primo passo compiuto è stato quello di entrare nel business del banking, riorganizzando la nostra offerta. Nel 2002, è nata PosteShop che oggi fattura 70,5 milioni di euro». PosteMobile, ad esempio, l’operatore di telefonia di Poste Italiane, aggiunge un ulteriore tassello all’idea di convergenza dell’azienda, soprattutto in ambito Tlc.
In attesa di capire dove e in quali modalità banking e retail possono trovare ulteriori punti di contatto, l’It concretamente rappresenta un’opportunità per superare gli ostacoli, ancora spesso di tipo culturale. Nuovi stili di vita e modelli di consumo stanno facendo capolino sulla scena e, in questo, la tecnologia abilitante può diventare un fattore fondamentale, che permette di lavorare insieme come già avviene col Web 2.0, dove i consumatori fanno, o possono fare, da cassa di risonanza.





