Arriva Itanium 2 fra molti entusiasmi e qualche defezione

Il processore a 64 bit dovrebbe segnare la definitiva credibilità di Intel come fornitore di soluzioni architetturali per elaborazioni complesse. Dal lotto dei vendor pronti al supporto, tuttavia, manca Dell mentre Hp offre un sostegno legato a una strategia più articolata.

La lunga gestazione dell’architettura Ia-64 e la successiva uscita di Itanium ha reso evidente come fosse il suo successore, McKinley, il vero grimaldello che Intel avrebbe utilizzato per penetrare nella fascia alta dei server aziendali. Oggi, il processore, nel frattempo ribattezzato Itanium 2, è finalmente disponibile, si presenta con una dote di benchmark e documenti tecnici che ne dovrebbero ratificare l’effettiva competitività con quanto già esiste nel mondo dei 64 bit, ma, ciononostante, l’accoglienza sul mercato non sembra essere quella plebiscitaria che abitualmente accompagna il lancio delle nuove architetture del big americano.


Intel sembra aver fatto le cose per bene, rendendo disponibile un chip che raddoppia le prestazioni del precedente modello, offre versioni a 900 MHz e 1 GHz pur costando più o meno come Itanium 1 e porta la cache fino a 3 Gb. Il costruttore si gioca una fetta consistente della propria credibilità come fornitore di architetture per elaborazioni complesse, cercando di conquistare una quota di alto valore del mercato dei server. Idc, infatti, attribuisce a Intel l’89% del comparto (in unità), ma il rimanente 11%, oggi in mano alle tecnologie proprietarie delle varie Sun, Ibm e Hp, rappresenta in realtà il 40% delle vendite complessive in valore.


Un certo numero di fornitori ha seguito come sempre il lancio della Cpu, allineando da subito la propria offerta per il nuovo segmento di mercato. Ma all’appello manca un fedelissimo di Intel come Dell e anche tra i partner abituali occorre fare qualche distinzione. Prendiamo il caso di Hewlett-Packard. L’azienda, mostratasi in verità freddina verso Itanium, ha rispolverato addirittura il proprio diritto di progenitura sull’architettura (il cui disegno nasce da un’originaria partnership fra le due aziende) per presentare i server rx5670 e rx2600, basati su Itanium 2. Si tratta di macchine a 2 o 4 Cpu, con Ram espandibile fino a 48 Gb, cui si aggiunge il chipset zx1, progettato dalla stessa Hp per migliorare le prestazioni delle macchine in applicazioni Oltp, Web serving o dove si richieda un uso intensivo di operazioni in virgola mobile. Hp offre sui nuovi sistemi gli Os Windows, Linux e Hp-Ux, allo scopo di far sì che "sia il cliente a scegliere l’ambiente che meglio si adatta alle sue necessità", come ha spiegato Giorgio Capellani, marketing manager dell’Enterprise Systems Group in Italia. I prezzi dei modelli variano fra gli 8.900 dollari, per l’rx2600 a due vie, ai 28mila dollari del top rx5670 a quattro vie. A questi si aggiungono le workstation zx2000 e zx6000.


Dunque, sembrerebbe che Hp creda molto nel potenziale della nuova architettura. Tuttavia, almeno per il momento, non c’è alcun piano per dismettere le altre architetture server in portafoglio, ovvero Pa-Risc e Alpha. Se per quest’ultima il futuro appare segnato con la probabile confluenza tecnologica dentro i futuri chip Intel entro il 2006, la roadmap di Pa-Risc procederà in parallelo a quella delle prossime versioni a 64 bit di Intel, almeno fino al modello 8900. "Vogliamo offrire ai clienti garanzie sul futuro – ha puntualizzato Capellani -. Le discontinuità tecnologiche generano caos, mentre è più logico procedere con sviluppi già avviati e formulare adeguati piani di migrazione".

Un mercato senza quantità


Per venire a Dell, il costruttore texano ha detto di non aver ancora un piano di adozione definitivo per questo nuovo tipo di processore e, quindi, non ha partecipato alla manovra di lancio del chip. La politica ufficiale, dicono i portavoce, è quella di "aspettare e vedere". In termini di fatturato, Dell è attualmente il quinto costruttore di pc server del mondo, con una quota, valutata da Idc, pari all’8%. Ma per numero di pezzi venduti, la società balza al secondo posto, con quasi il 18% di market share.


Il parere degli osservatori è che un’assenza così vistosa nel campo degli "early adopters" del nuovo microprocessore rischia di essere imbarazzante. La riluttanza di Dell, ancora impegnata nel cercare di misurare il gradimento da parte dei potenziali acquirenti, è legata ai dubbi sulle reali prospettive di mercato del chip. Il primo processore Intel Itanium, presentato nel maggio del 2002 dopo parecchi slittamenti, non è stato un grande successo commerciale. Intel e i suoi partner nella nuova tappa dell’avventura Itanium 2 affermano che questa volta le cose andranno diversamente: Intel ha lavorato molto sull’architettura e sulle politiche di incentivazione al porting di applicazioni e sistemi operativi. Ma Dell ha modelli di business, basati sui grandi volumi di vendita, che mal si conciliano con un chip progettato per server che montano da 4 a 16 processori, sicuramente non in grado di generare un mercato imponente in termini di pezzi venduti.

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