Da quasi due anni Bettina Giordani è alla guida di Bmc Software in Italia, realtà che nel 2007 ha visto crescere il proprio fatturato a due digit e che oggi conta 82 persone tra Milano e Roma. Anche con lei abbiamo voluto indagare qual è l’idea di inno …
Da quasi due anni Bettina Giordani è alla guida di Bmc Software in Italia, realtà che nel 2007 ha visto crescere il proprio fatturato a due digit e che oggi conta 82 persone tra Milano e Roma. Anche con lei abbiamo voluto indagare qual è l’idea di innovazione che la sua società persegue.
«L’essere stati in grado di seguire e supportare quei clienti che già anni fa, prima di altri, si sono spinti a fare scelte innovative, vuoi per tendenza competitiva o per vision imprenditoriale, – risponde la manager – oggi costituisce per Bmc Software una referenza che dimostra la sua reale capacità di fare innovazione. Capacità ed esperienza che oggi mette a uso e consumo del mercato, fatto di tante imprese, non tutte con grossi fatturati o elevati budget It da spendere. Infatti, ci consideriamo dei validi partner proprio per quelle realtà che hanno bisogno di comprendere come far evolvere il loro business e che magari sono pressate dalla globalizzazione o dalla necessità di fondersi con altre aziende per aumentare la massa critica. O ancora che hanno bisogno di confrontarsi con le varie deregulation, con le quali, per esempio, oggi si trova coinvolto il settore delle utility, che vedrà un deciso fermento soprattutto presso quelle che erano piccole realtà locali e che oggi devono diventare aziende molto più organizzate sul fronte delle infrastrutture se vogliono competere con i grandi distributori. Innovazione, significa anche la capacità di realizzare un approccio di delivery dell’It in modo creativo e diverso da quello tradizionale».
Giordani crede fermamente che sia costruttivo per aziende come la sua non solo parlare di prodotti e soluzioni, ma anche di metodi e di evoluzione culturale nell’approcciare l’It. «Per esempio, cerchiamo di consigliare al direttore delle risorse umane di adottare, con adeguati percorsi formativi, processi o discipline innovative come Itil o Cobit, che sono richieste affinché la sua azienda diventi di livello internazionale. In particolare, il responsabiledelle Hr deve capire come allocare l’evoluzione che coinvolge, ad esempio, l’adozione dei processi Itil in un’organizzazione, affidando alle diverse figure un peso specifico in base alle funzioni».
Attualmente Bmc in Italia, per meglio seguire il mercato, si è strutturata con un’organizzazione verticale, che poggia su tre aree principali: vendite, servizi professionali e canali. In particolare nelle vendite l’approccio al mercato avviene con due attenzioni specifiche: una relativa alle tecnologie di Business service management, e l’altra ai mainframe, perché gli interlocutori sono in prevalenza tecnici e quindi servono due competenze specifiche. All’interno di questo gruppo ricadono i software consultant, che sono sempre più spesso consulenti di processi aziendali e specialisti di tecnologie mirate. Questo team si avvale anche di competenze ed esperienze più spinte a livello internazionale, che vengono messe a fattor comune, «per cui di fatto si crea un gruppo di lavoro virtuale a livello mondiale, che consente di far crescere professionalmente le varie figure coinvolte, «in quanto non sempre in Italia abbiamo le stesse possibilità di fare esperienze su diversi fronti come hanno i nostri colleghi americani. Tuttavia, devo sottolineare che due dei progetti che in questo momento vengono visti come leader sono seguiti dall’Italia».





