Dopo aver autorizzato la costruzione di cloni Mac, Apple sembra decisa a fare marcia indietro. Come interpretare altrimenti la decisione di acquisire Power Computing, ovvero la prima azienda autorizzata, un paio d’anni fa, a vendere macchine in tutto e …
Dopo aver autorizzato la costruzione di cloni Mac, Apple sembra decisa a fare marcia indietro. Come interpretare altrimenti la decisione di acquisire Power Computing, ovvero la prima azienda autorizzata, un paio d’anni fa, a vendere macchine in tutto e per tutto smili ai Macintosh, supportata in questo dallo stesso costruttore di Cupertino? Steve Jobs sta evidentemente facendo piazza pulita di quanto hanno realizzato i suoi predecessori in questi anni, perseguendo un proprio disegno strategico che suona, almeno sin qui, molto di antico.
Power Computing era diventata una seria concorrente "interna" di Apple, arrivando a creare un giro d’affari attorno ai 400 milioni di dollari. Altre aziende hanno intrapreso la stessa via, ma l’unica ad aver acquisito un certo spazio, al di là di questo "duo", è stata Motorola. La nuova Apple non vede di buon occhio questa competizione e il segno del disappunto è arrivato la settimana scorsa con la decisione di non fornire licenze per l’upgrade al nuovo MacOs 8. Power Computing era stata fra i più accaniti oppositori a questa politica e, per risposta, aveva deciso di aprirsi al mondo Wintel, con la progettazione di alcuni portatili, attesi per i prossimi mesi (si veda Linea EDP On Line del 2/9). Ora non è molto chiaro quale potrà essere il destino di questa strategia. Secondo quanto diffuso da Apple, che ha pagato 100 milioni di dollari per acquisire gli asset di base, il database clienti, una parte dei dipendenti e le licenze, Power Computing dovrebbe per un po’ mantenere il proprio marchio e +vendere ma
cchine compatibili MacOs;. Di certo, Apple si avvantaggerà della rete di direct marketing avviata dall’azienda appena acquisita.
