Le riunioni virtuali apportano vantaggi noti da tempo: fanno risparmiare denaro e tempo, supportano la collaboration. Ora la tecnologia ha fatto il salto di qualità necessario per incentivarle
Una volta si chiamava videoconferenza, ora la terminologia parla di telepresenza
e di videocomunicazione, a simboleggiare la maturazione di questa pratica dovuta
al progresso tecnologico (ampiezza di banda da un lato e tecnologie di alta
definizione dall’altro). Con sapori e attitudini differenti (per la nuova
offerta di Cisco si può parlare addirittura di realtà virtuale),
i produttori stanno tornando sul tema dopo un arco temporale abbastanza lungo
di relativa quiete. E proprio l’ingresso in pompa magna di Cisco nel settore
la dice lunga sulle potenzialità che il mercato associa a tali tecnologie.
L’obiettivo delle nuove soluzioni di videoconferenza è eliminare
gli impedimenti che, fin qui, hanno limitato la loro diffusione, cioè
la scarsa qualità video e audio, riproducendo il più possibile
il contesto di un meeting reale. E le tecnologie attuali, si accennava, possono
convincere le aziende a testare con mano i vantaggi connessi, ampliando un bacino
di utilizzo che finora si è limitato sostanzialmente all’ambito
della formazione. Riassumendo, tali benefici consistono nel ridimensionamento
drastico dei costi e del tempo necessari per gli spostamenti delle persone,
con un conseguente miglioramento della produttività. In primo piano anche
velocità e flessibilità dell’azione consentita da questo
tipo di comunicazione e la spinta che ne deriverebbe per le applicazioni centrate
sulla collaboration. È il concetto di “human network” di
cui parla proprio Cisco. Lo scenario è chiaro: anziché prendere
un aereo per recarsi da un partner a parlare di un progetto, si può fare
una videoconferenza tramite rete senza rinunciare a tutto l’effetto positivo
che scaturisce dal vedersi in faccia.
Uno spaccato sulle novità
Nel novero degli specialisti che si occupano del tema c’è la norvegese
Tandberg, nota soprattutto per i prodotti tape per lo storage. L’offerta
Tandberg per la videoconferenza va dai Centric 1700 Mxp (schermo piatto da 20”
che passa dal contenuto del pc alle chiamate video) alla PrecisionHd Camera,
telecamera ad alta definizione in formato video 16:9, zoom 7x e con un angolo
di visualizzazione di 70 gradi per contenere anche grandi gruppi, alla Serie
Edge, soluzione che consente di riunire più team di lavoro in una sala
riunioni virtuale. I nuovi sistemi video di Tandberg selezionano in maniera
automatica la qualità video ottimale in base alla banda disponibile.
È ancora in fase di test (sarà disponibile nel 2007) ma si preannuncia
interessante, la soluzione Movi, realizzata sempre da Tandberg, per la comunicazione
visiva basata su pc. Di fatto Movi è un’applicazione video server-based
per il mercato enterprise che consentirà agli utenti aziendali, mediante
un’unica operazione di connessione, di lanciare videochiamate. Lo si potrà
fare cliccando su un invito a un meeting, su un link sull’intranet aziendale,
oppure su un indirizzo della rubrica interna all’applicazione stessa.
Movi promette di essere più economica dei sistemi di telepresenza e semplice
da utitlizzare.
Polycom, invece, ha lavorato sul fronte dell’alta definizione con HultimateHd.
La nuova offerta della società include non solo l’alta definizione
video, ma anche quella audio, dei contenuti multimediali, dei bridge, dello
streaming/archiviazione e la registrazione dei contenuti. Da un anno, Polycom
sta lanciando i vari componenti che formano la soluzione completa dell’UltimateHd,
a cominciare dall’Mgc/Mgc+, un bridge Multi Conference Unit, per finire
con il SoundPoint Ip 650, un desktop phone introdotto in settembre che utilizza
l’alta definizione audio.





