Ancora troppo lunghi i tempi di pagamento in Italia, soprattutto per la PA

Fondazione Impresa ha interrogato un campione di 1.200 imprese con meno di 20 addetti sui tempi in cui clienti “saldano” i propri debiti: l’attesa media è di 47 giorni per i clienti privati e di 93,4 giorni se il cliente è la Pubblica Amministrazione.

Sono pari a 47,3 giorni i tempi medi di pagamento dei clienti privati, numeri che raddoppiano quando il cliente è la pubblica amministrazione (93,4 giorni). Questo è quanto emerge da una rilevazione realizzata da Fondazione Impresa su un campione di circa 1.200 piccole imprese italiane con meno di 20 addetti. La pubblica amministrazione fa aspettare di più la piccola impresa (128,8 giorni) e l’artigianato (108,5 giorni), poi chi lavora nei servizi (80,6 giorni) e nel commercio (52,1 giorni). Rispetto al 2009, in media i tempi di pagamento della PA si sono posticipati di 13 giorni. I tempi più lunghi al Sud e nelle Isole (104,6 giorni) e al centro (92,7 giorni), poi nel Nordovest (87,7 giorni) e nel Nordest (78,8 giorni), con quest’ultimo che tuttavia nel 2010 ha visto crescere i tempi di pagamento rispetto al 2009 più delle altre aree (+16,3 giorni).

Del campione di imprese intervistate da Fondazione Impresa, solo l’11,5% opera con soggetti o istituzioni pubbliche. Si tratta per lo più di aziende appartenenti alla piccola impresa (16,3%) e ai servizi (14%). Nel corso del secondo semestre 2010, i tempi di pagamento dei clienti privati si aggirano intorno ai 47 giorni. Tale indicazione varia in modo sostanziale se si considerano i differenti settori di attività economica: si va infatti dai 20,3 giorni per il settore del commercio agli oltre due mesi dell’artigianato (63 giorni). All’interno di questa forbice si collocano poi le aziende della piccola impresa (55,4 giorni) e le aziende dei servizi (55,1 giorni).

L’Amministrazione pubblica in media paga dopo tre mesi, circa il doppio rispetto alla clientela privata. Attendono di più le aziende dell’artigianato e della piccola impresa, in cui i tempi di riscossione si allungano rispettivamente fino a 108,5 e 128,8 giorni, con un divario rispetto alla clientela privata che arriva a quasi due mesi e mezzo nella piccola impresa. Uno scarto marcato si rileva anche nel commercio, in cui si passa dai 20 giorni dei clienti privati ai 52 giorni degli enti pubblici, ma anche nei servizi la differenza nei tempi di pagamento è significativa e si aggira intorno ai 25 giorni. In generale, rispetto al 2009, si registra un allungamento dei tempi di riscossione dalla pubblica amministrazione di quasi due settimane.

A livello territoriale sono le aziende del Nord, in particolare quelle dell’area nord-occidentale (16,5%), ad aver instaurato maggiori rapporti commerciali con gli enti pubblici, mentre al Centro e al Sud la piccola impresa ha avuto un raggio d’azione più circoscritto rilevando come meno di un’azienda su dieci nel corso del 2010 ha avuto tra i suoi committenti anche soggetti pubblici.

Rispetto alla clientela privata, sono il Centro ed il Nordest ad accusare le dilazioni di pagamento più elevate con quasi sessanta giorni di attesa, mentre al Nordovest e al Sud il fenomeno appare più contenuto con un intervallo che si aggira intorno ai 42/43 giorni. Considerando invece la clientela pubblica in tutte le ripartizioni si assiste a un allungamento dei tempi di attesa rispetto ai privati e tale divario aumenta man mano che si scende lungo la penisola: dai poco meno degli 80 giorni del Nordest si passa agli 88 giorni del Nordovest, per poi superare i 90 giorni nel Centro e arrivare a circa tre mesi e mezzo al Sud. Rispetto al 2009, nel Nordest il divario risulta più pronunciato confronto alla media nazionale con un ritardo di quasi 8 giorni se si considera la clientela privata e di oltre 16 giorni se si prendono in esame i committenti della pubblica amministrazione.

L’auspicio di Fondazione Impresa è che gli interventi dell’Unione Europea, con la direttiva 2011/7/UE dello scorso 16 febbraio e l’adozione della nuova figura di Mister PMI, e dello Stato, con lo Statuto delle Imprese, conducano la lotta contro i ritardi dei pagamenti a buon fine, consentendo alle imprese di non esporsi ingiustamente e di poter disporre della liquidità necessaria, anche per gli investimenti.

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