Ambiente: le imprese italiane si sono limitate a rimediare ai danni

Secondo la rilevazione Istat relativa al 2008, le imprese industriali hanno investito prevalentemente per rimuovere l’inquinamento prodotto, piuttosto che per integrare i propri impianti con tecnologie più “pulite”.

Fino al 2008 le imprese industriali hanno
prevalentemente realizzato investimenti atti a rimuovere l’inquinamento dopo
che questo è stato prodotto, piuttosto che integrare i propri impianti con
tecnologie più “pulite”, che contribuiscono a rimuovere alla fonte
l’inquinamento generato dal processo produttivo. Ad affermarlo è l’Istat, che
ha reso disponibili i risultati della rilevazione, riferita al 2008, sulle
spese per la protezione dell’ambiente sostenute dalle imprese industriali,
derivanti da due distinte indagini statistiche: quella sulle “Piccole e medie
imprese e sull’esercizio di arti e professioni”, di natura campionaria per le
imprese con meno di 100 addetti, e quella sul “Sistema dei conti delle
imprese”, a carattere censuario sulle imprese di dimensione superiore.

Secondo i dati raccolti, la spesa complessiva per investimenti ambientali delle imprese
dell’industria in senso stretto è risultata pari a 1.853 milioni di euro, di
cui 1.464 milioni per gli investimenti in impianti e attrezzature di tipo end-of-pipe e 389 milioni di
euro per quelli in impianti ed attrezzature a tecnologia integrata. Lo stesso
anno gli investimenti per la protezione dell’ambiente per addetto sono
risultati, in media, pari a 407 euro, mentre l’incidenza degli investimenti per
la protezione dell’ambiente sul totale degli investimenti fissi lordi
realizzati dalle imprese è pari al 3,8 per cento. Nel 2008 gli investimenti end-of-pipe hanno
rappresentato la componente più rilevante degli investimenti per la protezione
dell’ambiente, con un’incidenza del 79 per cento sul totale, a fronte di un 21
per cento relativo.

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