Aice, nuove opportunità per il commercio estero delle imprese

L’Associazione aderente a Confcommercio ha presentato un indicatore che individua le potenzialità maggiori in Malaysia, Emirati Arabi ed Europa centro-orientale.

Malaysia,
Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Bahrain, Qatar, Thailandia. Ma anche
Europacentro-orientale Estonia, Repubblica Ceca, Romania e Polonia
. Sono
questi i paesi che, secondo il ranking dell’Indicatore di Business
Attractiveness messo a punto dall’Aic
e, l’Associazione italiana per il
commercio estero aderente a Confcomercio  offrono ottime potenzialità d’affari per le nostre imprese. Opportunità
che non sono ancora state prese in seria considerazione dalle stesse.

Si tratta,
secondo l’Aice, di Paesi collocati nella seconda, terza e quarta classe
(dall’11esimo al 40esimo posto) del ranking dell’Indicatore di Business
Attractiveness, strumento concepito per aiutare le imprese italiane a
orientarsi sui mercati esteri sviluppato in collaborazione con l’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

L’obiettivo
che ci poniamo con l’Indicatore
– ha affermato Claudio Rotti, presidente di
Aice e presidente della Commissione internazionalizzazione e commercio estero
di Confcommercio – è di fornire alle Pmi italiane, uno strumento sintetico e di
facile lettura che consenta di valutare nuove opportunita’ d’affari sui mercati
internazionali, con particolare riferimento alle opportunita’ di carattere
commerciale. L’Indicatore di Business Attractiveness, attraverso una solida
base di dati quantitativi va a definire le economie più aperte e più
potenzialmente ricettive per il commercio estero italiano
”.

Per Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, “l’indicatore di
attrattività di business è un importante strumento a disposizione delle
imprese che internazionalizzano e delle istituzioni che le aiutano a
farlo. Ed è uno strumento concreto perché risponde all’esigenza degli
imprenditori di orientarsi soprattutto tra i nuovi mercati emergenti
“.

La logica di base è quella di fornire uno
strumento con cui fare una prima scrematura sulle
destinazioni del proprio business, partendo dalla considerazione che l’impresa
sia dotata di scarse risorse umane e finanziarie da dedicare allo sviluppo
internazionale.

Scorrendo il
ranking di quest’anno, si scopre che, rispetto al 2012, nella prima classe di
paesi più appetibili Singapore ha guadagnato 3 posizioni, gli Stati Uniti sono
saliti al secondo posto guadagnando una posizione, la Svizzera è salita di due
posizioni e Lussemburgo di una, mentre hanno registrato un arretramento la
Francia (-1) e il Belgio (-3). A parte la Cina, che si colloca al
settimo posto, gli altri Paesi Brics ricoprono posizioni di rincalzo (la
Russia è 21ma, l’India 23ma, il Brasile scende al 36mo posto con la perdita di
ben 7 posizioni, 88mo il Sud Africa).

Secondo le
ultime previsioni pubblicate dall’Istat, il 2013 dovrebbe chiudersi con un calo
del Pil dell’1,8%, mentre la tanto agognata “ripresa” dovrebbe
concretizzarsi nel 2014 con una crescita intorno all’1%. Anche quest’anno,
quindi – rileva Aice – il nostro Pil beneficerà del solo contributo positivo
che deriva dalla domanda estera netta (+1,1%); la domanda interna registrerà,
infatti, un calo del 2,4% e gli investimenti fissi lordi del 5,5%.

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