Ai blocchi di partenza il Quest Partner program 2.0

Per tutti i particolari bisognerà attendere fino ad aprile, ma la filiale italiana è già in tour per reclutare realtà interessate a matchare competenze di mercato con la proposta tecnologica del software vendor statunitense.

Chi si aspettava un programma di partnership più dettagliato ha lasciato l’appuntamento milanese di Quest Software a bocca asciutta. Ma in tour per l’Italia con il suo “Build Your Business On Quest”, la filiale italiana della realtà statunitense quotata al Nasdaq, un primo risultato lo ha già ottenuto.
«L’obiettivo che ci siamo prefissati nei tre appuntamenti, che oggi, giovedì 24 febbraio, e martedì 1° marzo riguarderanno, rispettivamente, anche Padova e Roma – ci spiega Massimiliano Micucci, sales manager di Quest Software Italia -, è incontrare integratori e società di consulenza di medie dimensioni interessate ad appaiare le loro competenze di mercato con la nostra proposta tecnologica».

Competenze, ci tiene a precisare ancora Micucci, «che non devono, per forza di cose, sposare il nostro intero portafoglio d’offerta». Anzi. Sulla falsa riga di quanto realizzato lo scorso settembre con la nomina a Quest Professional Service Provider della romana Proge-Soft, quelle di cui è in cerca il software vendor presente sul mercato dal 1987, sono realtà «sotto i 100 dipendenti, con una forte presenza nazionale e una focalizzazione su una o più delle nostre aree di interesse». Il che, guardando a Quest e al suo storico orientamento alla gestione di infrastrutture di database, significa realtà avvezze a occuparsi anche di ambienti virtuali, infrastrutture applicative e Application performance monitoring «nella sua accezione più estesa».

Il tutto non senza un occhio di riguardo a quella parte di Windows management, «che cuba circa la metà del nostro intero business ed è senz’altro la parte più remunerativa».
Così, se i nomi delle altre due realtà con cui Quest Software Italia sta, al momento, ingrossando le fila del proprio canale non sono ancora spendibili pubblicamente, l’obiettivo è certo e parla di arrivare in breve a ottenere i risultati delle vicine Spagna e Francia, con le quali l’Italia compone la Southern Region. «Basti pensare – come sottolineato da Rodrigo Mendoza, che di quest’area si occupa all’interno del channels & alliances Quest – che, solo nel 2010, in Emea, il business portato dall’indiretta ha pesato per circa il 35% dell’intero fatturato riferito a quest’area geografica».

E in attesa che anche per la nostra country arrivi l’attesa – e data per imminente – nomina di un channel manager, l’intento dichiarato è giungere a una percentuale non inferiore al 50%, in coesistenza con l’ecosistema della diretta, «mentre riteniamo – è convinzione di Mendoza e del team europeo al quale appartiene -, che l’Italia abbia le stesse potenzialità del mercato spagnolo dove, solo lo scorso anno, le vendite di licenze legate all’Application performance management hanno superato i 2,5 milioni di euro».

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