Adsl addio. E’ l’ora del Next generation network

Secondo Maurizio Décina il doppino di rame sente l’usura del tempo. Ed entro 24 mesi non ci sarà più spazio per nuove linee Adsl

A Maurizio Décina, docente di Tlc al Politecnico di Milano, non fa difetto la
chiarezza. Lo ha confermato in un suo intervento dalle colonne di Nova
24
, l’inserto sull’innovazione del Sole 24 ore, dal quale ha salutato la
fine dell’Adsl.

“Le vecchie reti telefoniche nazionali basate sul classico doppino in rame lungo – ha spiegato – sono giunte al limite. A 24 mesi da oggi non sarà più possibile installare altri modem Adsl. Il limite è il 60% delle linee telefoniche, oltre le quali scatta un effetto interferenza chiamato diafonia”.



La diafonia è un disturbo della
comunicazione

telefonica causato dal passaggio di un segnale da una linea a un’altra che può permettere l’ascolto di una comunicazione da parte di altri utenti. La privacy in questo caso non è più garantita.

Il fenomeno non è certamente una novità, visto che da tempo l’Agcom ha avviato con il Politecnico di Milano un’attività di studio per la valutazione del degrado delle prestazioni ottenibili con l’Adsl, ma è la prima volta che viene posto in questi termini.
Décina però non
ha azzardato la previsione, tanto è vero che proprio l’ultimo consiglio di
amministrazione della società ha sancito che Telecom investirà in un network di
nuova generazione che dovrebbe trasmettere programmi televisivi ad alta
definizione, film, musica, video, e fornire servizi Ict alle imprese e servizi
di pubblica utilità.


Il Next generation network, questa la sigla utilizzata nel
mondo delle tlc, consiste in una fibra ottica superveloce che costerà miliardi
di euro di investimento. Un passaggio però obbligato per società come Telecom,
ma anche la concorrenza ha gli stessi problemi, che devono fare fronte al calo
dei margini di fiso e mobile, alla concorrenza del Voip e a Wi-fi e WiMax.

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