A posto le gomme?

Le regole del gioco. O farsi gioco delle regole.

Può essere che un giorno uno scopra di essere tecnicamente un asino e
allora la questione è già chiusa.
Ma se così non è gli interrogativi vengono
fuori e bisognerebbe dargli una risposta.
Aiutiamoci con un esempio.
Se
magari sei nato negli anni 60 e, diciamo, nel decennio seguente hai intrapreso
uno di quegli sport di aggregazione, come il basket, hai imparato delle regole
relative allo stare in campo.
E lo hai fatto in quell’età in cui le cose non
te le dimentichi.
Poi va che quelle stesse regole te le porti dietro, o sono
loro che si portano dietro te.
Tutto va ben finché non ti scontri con uno di
quei fatti compiuti che smuovono.
Ossia scopri che l’applicazione di quelle
regole non esiste.
E ti viene il dubbio che forse non esistano più nemmeno
quelle regole.
La questione ti si pone quando incroci sulla strada nuove
persone a cui, evidentemente, hanno insegnato cose diverse da quelle che hanno
insegnato a te.
Ma non è un fattore generazionale: è un fatto di applicare
le regole del gioco.
Quindi, una questione di volontà.
A noi non fa che
piacere vedere scomparire le litigiosità nel mondo.
A tutte le latitudini
del pensiero e dell’azione.
Quindi, che senso dare non tanto all’accordo
Sun-Microsoft, quanto alle parole di commento all’alleanza che hanno stretto
qualche mese fa e che ha messo fine ad anni e anni di sanguinose diatribe?

Pare che il cto di Sun abbia addirittura alluso: “Se prima ci tagliavamo
le gomme vicendevolmente, adesso ci aiutiamo ad aggiustarle
“.

Traducendo: la nostra competizione era ai limiti della tollerabilità. Ora,
invece, d’amore e d’accordo.
Per proseguire con la metafora, che non abbiamo
inventato noi, se due confessi “tagliagomme” si mettono assieme e vanno a
bicchierare da qualche parte, sicuro che non gli scappi di fare una
“rimpatriata”?
Ma, soprattutto, le tradizionali regole della corretta
competizione di mercato, quelle che insegnavano in tutte le facoltà di Economia
e Commercio, non hanno mai previsto il “taglio delle gomme”.
Per cui, perché
dare grande evidenza al fatto che non si prosegue più col malvezzo?
Per
carità, esiste e ben venga la redenzione.
E i colpi di spugna sono un’azione
commendevole.
Ma non levano il peccato.
Lo lavano.

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