Armonizzare specificità e trasversalità dell’It

Pur legata a impostazioni di gruppo, nella scelta dei fornitori per progetti specifici, Magneti Marelli Powertrain predilige le più snelle società locali

A capo dell’It di Magneti Marelli Powertrain i da circa quattro anni, Raffaele De Benedetto coordina i sistemi informativi dell’azienda (divisione della multinazionale Magneti Marelli), in tutte le country in cui la società è presente, dalla Francia al Brasile, passando per la Cina.

«Il team è composto da 31 persone e in ogni paese è presente un diretto responsabile», commenta il manager che, nel suo ruolo, risponde sia al Ceo, per quanto riguarda le esigenze specifiche delle diverse aree, sia al Cio della capogruppo per ciò che concerne le scelte strategiche, essendo l’Information technology organizzata a livello centrale. De Benedetto si confronta, quindi, con due differenti tipi di progetti, quelli trasversali all’intera azienda e quelli specifici per singola linea di business. Tra questi ultimi, rientra il demand planning, per una migliore gestione del budget commerciale, definito circa un anno fa ed entrato in produzione nel dicembre scorso. «Insieme a iConsulting, il system integrator che ci ha affiancato in questi mesi – spiega il responsabile dei sistemi informativi – abbiamo analizzato in modo dettagliato i requisiti ed effettuato un assessment per razionalizzare e ridisegnare il processo di pianificazione delle vendite. La nostra esigenza era di adottare uno strumento di Business intelligence flessibile, in grado di far fronte ai complessi meccanismi che governano la disponibilità di spesa in base ai componenti per controllo motore installati nelle autovetture vendute. La scelta è ricaduta su Hyperion Planning». Già alcuni anni fa, Magneti Marelli Powertrain aveva affrontato la problematica, ma la strada seguita non si era rivelata quella corretta. De Benedetto, però, ha deciso di riprovarci, cambiando strumento e rivolgendosi al system integrator con cui aveva già collaborato per una precedente iniziativa di reporting in ambito qualità, attivo nell’area bolognese, dove si trova anche la sede societaria.

«Nella scelta dei partner – indica il manager – siamo tendenzialmente legati alle impostazioni generali di gruppo, con contratti quadro in essere da tempo. Godiamo, comunque, di margine di manovra per molti progetti e, in questi casi, prediligo puntare su fornitori locali con cui è possibile confrontarsi facilmente, più snelli e con meno vincoli. Anche il fattore costo, logicamente, conta, ma l’affidabilità è ancora più importante del prezzo».

L’approccio sviluppato con iConsulting per il demand planning ha tenuto conto dell’efficienza dei processi e, partendo dalle funzionalità principali del software, ha sviluppato numerose personalizzazioni, con tempi di realizzazione particolarmente contenuti. «In meno di un mese, grazie alla collaborazione di un project manager interno, di diversi key user e di tre persone del partner – precisa De Benedetto – abbiamo implementato la soluzione, che è stata estesa a tutte le country anche con assestamenti successivi».

Pure il management, grazie anche al coinvolgimento delle diverse aree aziendali toccate dal progetto, ha potuto valutare in prospettiva i risultati ottenibili, che possono riguardare addirittura prodotti che, non ancora ingegnerizzati, saranno magari venduti tra qualche anno.

«Un processo destrutturato, con cadenza trimestrale, si è ora trasformato in un appuntamento mensile, che ci consente di recepire il nuovo portafoglio, effettuare pianificazioni e previsione vendite», conclude De Benedetto.

Altro progetto di soddisfazione per il Cio di Magneti Marelli Powertrain è stato quello inerente al Pdm «implementato senza alcun disagio per gli utenti. Si è trattato di un grosso progetto durato due anni, realizzato grazie alla collaborazione di circa mille dipendenti in quattro sedi world wide. I key user scelti ci hanno seguito con partecipazione, il training è risultato facile e anche l’organizzazione è stata di buon livello». Un caso che De Benedetto porta a esempio della capacità di comunicazione con gli utenti da parte dell’It: «Dobbiamo saperli coinvolgere sia in fase di training che di stesura delle specifiche. In questo modo si possono superare le difficoltà di visione». Visione che, invece, è comune con il board: «Fermo restando la situazione contingente, il management è sensibile alle esigenze in ambito It, sia per quanto riguarda le applicazioni che l’infrastruttura». E proprio quest’ultima, da alcuni anni, si basa su una gestione mista di server fisici e virtuali, molti nel data center di Ibm. Anche la tecnologia blade è entrata in azienda, così come la business continuity. «Facciamo riferimento all’outsourcing per molti contratti – puntualizza De Benedetto -, metodologia che presenta dei pro e dei contro. Per quanto riguarda la gestione, ad esempio, non è migliorativa, mentre lo è dal punto di vista della sicurezza, perché garantisce un’attenzione al disaster recovery, che in data center più piccoli sarebbe molto costosa da applicare. Altri aspetti importanti sono la riduzione dei costi, visto che l’investimento in hardware diminuisce pur potendo contare su una capacità di calcolo maggiore, e il risparmio energetico, dato che le macchine nuove consumano molto meno rispetto alle vecchie».

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