Le aziende si pongono sempre più il problema di un migliore utilizzo delle risorse per ridurre una voce di spesa che rischia di uscire dal controllo
«Le Predictions di Idc per il 2009 evidenziano per l’It uno scenario in evoluzione, in cui la difficile congiuntura economica, anziché essere di freno all’innovazione, potrà giocare il ruolo di una “pentola a pressione” che accelera la trasformazione del settore It dove, da qualche anno, hanno già iniziato a bollire gli ingredienti del cambiamento». Così esordisce un white paper molto recente (aprile 2009) della società di analisi che, quando passa a trattare specificatamente di storage, precisa: «Numerose survey di Idc mostrano come lo storage rappresenti una delle voci più consistenti sul budget It delle aziende e per la quale, nonostante la difficile congiuntura, si continuano a intravedere buone prospettive di crescita degli investimenti».
Che il mercato storage goda di buona salute, pur in un periodo difficile, ce lo hanno confermato, anche se in modo soggettivo e senza nessuna pretesa di fornire una valutazione rigorosa, le aziende che abbiamo contattato per realizzare questo servizio.
NetConsulting, nell’ultimo rapporto distribuito sull’andamento del mercato italiano, sottolinea però il divario tra la rapida crescita dei terabyte installati e quella dei ricavi, definita “leggermente positiva” e stimata al 2,8% (Fonte Rapporto Assinform 2008). Scendendo in dettaglio sulle architetture, NetConsulting rileva come le soluzioni Das (Direct attached storage) siano ormai utilizzate solo nelle aziende minori, dove però sono in crescita le soluzioni Nas (Network attached storage), più semplici e meno costose delle San (Storage area network), che sono preferite dai large account perché ritenute più adatte a supportare servizi transazionali critici.
Idc ci fornisce elementi per valutare l’evoluzione nei prossimi anni della domanda di spazio su disco, con una indagine su base europea proiettata fino al 2011, che evidenzia una crescita a due cifre per tutte le tipologie di dati considerate, con una punta del 63,7% di crescita media composta dal 2005 per i dati non strutturati.
Di fronte a tale crescente esigenza di spazio su disco, che se non controllata porterebbe ad aumenti esponenziali dei budget, qual è l’atteggiamento dei Cio di casa nostra? Anche questa volta è Idc che ci aiuta a capire, con un’indagine effettuata su oltre un centinaio di aziende italiane da cui si rileva che la preoccupazione numero uno è il miglior utilizzo delle risorse storage, da realizzarsi sia con il consolidamento che con migliori performance.
In particolare, spiega l’indagine, le aziende tendono a superare i limiti dello storage tradizionale implementando nuove tipologie di soluzioni per l’archiviazione e la gestione dei dati e delle informazioni aziendali.
Tra le principali troviamo lo storage multi protocollo, in particolare gli emergenti i-Scsi e FcoE (Fibre Channel over Ethernet) e multi architettura (San e Nas), le virtual tape library dove il backup che le applicazioni pensano di fare su nastro in effetti viene fatto su disco, la deduplica ossia la riduzione degli archivi duplicati, lo snapshot, una forma di replica dei dischi che riduce i tempi di backup, il thin provisioning, un metodo di gestione delle risorse storage che grazie alla virtualizzazione permette di allocare lo spazio fisico alle applicazioni in modalità on demand. Ma attenzione, ammonisce Idc: la conoscenza delle potenzialità e delle funzionalità offerte da tali modelli risulta ancora poco diffusa, visto che meno della metà delle imprese intervistate li utilizza o ha in previsione di utilizzarli. Per ora si tratta, perciò, solo di una tendenza.





