Le due anime del cambiamento della Pa

Gli innovatori esistono, e fanno social networking. Un cambiamento dal basso sta modificando acquisto e fruizione di Ict, dentro e fuori dal firewall. Se ci sarà una rivoluzione dall’alto, i due flussi potranno avere una turbolenta unione

Dopo i prototipi dello scorso biennio, quest’anno la Pa ha messo in mostra sistemi strutturati e replicabili. Dopo il pc, verrebbe da dire, vediamo un’informatica più sostenibile. E’ certo un grosso passo in avanti, che mette pressione alle vecchie logiche di acquisto di hardware, licenze e assistenza. Ma ora è chiaro che la sfida della Pa digitale, ovvero la disponibilità di servizi informatizzati dentro e fuori dal firewall, si gioca sulle competenze e sulle persone che possono far uso avveduto dell’Ict sostenibile.


Non c’è dubbio che la Pa italiana stia cambiando. Per ora, però, gli effetti sono più visibili grazie ai singoli amministratori illuminati che per modifiche strutturali. Il complesso di modifiche e rivoluzioni della struttura burocratica sono sotto gli occhi di tutti: efficienza, federalismo, province ed aree metropolitane.


Mi sembra si possa affermare che gran parte della rivoluzione informatica della Pa italiana sarà spinta da un eventuale successo di Brunetta, che comunque porterebbe a fasi tanto rivoluzionarie quanto caotiche. Non mi è piaciuto, però, l’aut-aut del Ministro: o si approva la sua riforma o si dimette.
Le dimissioni sono un atto di grande responsabilità e quindi lode a chi le dichiara tra gli esiti possibili, specie se lo stesso chiede chiarezza all’intero settore pubblico. Non mi sembra lo sia minacciarle anticipatamente: io penso che se si crede in una riforma la si difende ad un certo numero di attacchi, anche se non si viene dalla politica e quindi se ne rifiutano gli oltraggi. Spero in un esito finale condiviso e di successo.


Ma al momento non esiste un solo sommovimento. Un’altra rivoluzione, anzi un social network di rivoluzionari, sta verificandosi dall’interno e va verso i servizi al cittadino. Oggi ce ne sono pochi, spesso di bassa qualità e poco replicabili. Una cosa che il ForumPa di quest’anno ha mostrato è che un cambiamento dal di dentro è già stato operato, in silenzio, da funzionari e dirigenti per lo più di trentacinque, quarant’anni o poco più, che si sono ribellati alle non-logiche del passato e che sanno sia che vuol dire Ict, sia quale servizio possono dare.


A spanne non c’è ancora la massa critica per un effetto valanga. Ma non manca molto: probabilmente tra un anno staremo qui a verificare l’entità della valanga, indipendentemente dalle modifiche che la politica vorrà o potrà approvare. Oggi gli innovatori si conoscono, si riconoscono e s’incontrano. E faranno la voce grossa.

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