L’Italia un po’ meno pirata

I dati della ricerca annuale Bsa sulla pirateria software nel mondo.

Nella giornata di ieri, Business Software Alliance ha presentato i risultati dello studio annuale sulla pirateria software nel mondo, giunto alla sua sesta edizione e realizzato da Idc.

Dallo studio emerge che alla fine del 2008 in Italia la pirateria software sembra rallentare leggermente, con un calo dell’1% anno su anno: concretamente significa essere passati dal 49 al 48%.
Tuttavia, se il dato viene convertito in valore economico, sostiene Bsa, è evidente come le perdite siano invece cresciute del 7%, passando dai 1.277 milioni di euro dello scorso anno ai 1.361 stimati per il 2008.

Se questo dato viene ulteriormente parametrato a un altro studio, sempre promosso da Bsa e presentato nel mese di febbraio, nel quale si evidenziava come una riduzione della pirateria software del 10% in 4 anni potrebbe generare oltre 6.000 nuovi posti di lavoro, più di 700 milioni di euro di entrate per l’Erario e più di 2 miliardi di euro di ulteriore volume d’affari per comparto, l’impatto del fenomeno pirateria diventa ancor più chiaro.

A livello globale, si evidenzia come in Europa Occidentale i Paesi nei quali la pirateria software raggiunge i livelli più preoccupanti sono la Grecia con il 57%, Cipro (50%) e, dopo l’Italia, l’Islanda con il 46%, mentre tra i Paesi con i livelli di pirateria più bassi si sono segnalati invece il Lussemburgo (21%), l’Austria (24%), e Belgio, Svevia e Svizzera (tutti sul 25%).
La Russia è infine il Paese che ha compiuto i maggiori progressi con una riduzione di 5 punti percentuali in un anno, attestandosi al 68%, e di ben 19 punti in sei anni.

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