Interprete e promotore così il Cio di Sony Italia supporta il business

In un’evoluzione bilanciata, che ricorre anche a diverse formule di outsourcing, l’azienda si confronta con una realtà internazionale in un’ottica di costante progettualità

Nel nostro paese dal 1981, Sony Italia è tra le maggiori aziende attive nel settore dell’elettronica di consumo e professionale. «La nostra realtà è legata puramente all’importazione e alla vendita dei prodotti – racconta Giovanni Piazza, general manager Information system della società -, mentre non abbiamo produzione. Ci avvaliamo di un supporto esterno per quanto riguarda la logistica e abbiamo una struttura qualificata di oltre 150 punti di assistenza, distribuiti su tutto il territorio nazionale. Il call center è terziarizzato, così come sono in outsourcing le facility del palazzo, la manutenzione delle postazioni di lavoro e la parte relativa all’archiviazione documentale sostitutiva».

Compito dell’It, costituita da sedici specialisti, è quello di fungere da cerniera tra il business e i processi, di presidiare i vari sistemi e di occuparsi delle specificità operative della realtà italiana, che ha un organico di circa 300 persone, oltre a una rete di vendita costituita da circa 90 agenti monomandatari e un ufficio a Roma che si occupa di broadcasting. Dal punto di vista organizzativo, il gruppo, che svolge anche il ruolo di interprete delle decisioni calate dal quartier generale europeo, in Inghilterra, e dalla casamadre nipponica, si divide in due unità operative: una che segue gli aspetti applicativi e l’altra dedicata alle infrastrutture. «In un’ottica di condivisione esiste un team europeo Ict, i cui incontri sono previsti due volte l’anno – prosegue Piazza -. Oltre a questi, abbiamo dei meeting in videoconferenza, mensili o bimestrali a seconda del periodo e degli argomenti tematizzati, che non riguardano solo gli aspetti prettamente tecnici ma anche quelli di tipo revisionale».

È in tali occasioni che le varie country si confrontano, riuscendo anche a ottimizzare i percorsi comuni, capitalizzando le esperienze. «Esistono progetti internazionali dai quali non possiamo esimerci – ribadisce Piazza – e altri che nascono localmente e che non hanno alcun riflesso né a livello europeo né a livello mondiale, il che ci rende autonomi nella gestione. Un esempio per tutti è la Business intelligence».

Lo sviluppo interno, anche se ridotto, è però determinante, soprattutto per quanto riguarda alcuni aspetti particolari, come la gestione della sale force, testa di ponte del business; non a caso, proprio gli agenti sono stati oggetto del primo processo di automazione realizzata in housing nel lontano 1983, che prevedeva la dotazione di un accoppiatore acustico con interfaccia a 300 baud per la trasmissione degli ordini e display con singola riga di 20 caratteri.

Oggi, la forza commerciale è costantemente connessa al sistema gestionale, grazie a un equipaggiamento costituito da computer (logicamente Vaio, il brand di Sony) e connessione Adsl e Umts, e possono accedere in tempo reale a tutte le informazioni aziendali, attraverso una soluzione applicativa che negli anni continua a essere sviluppata e potenziata dall’It italiano. Questo spiega perché Sony Italia è l’unica realtà a livello europeo dotata di una classificazione degli agenti con un’integrazione di processo che include regolamentazione fiscale e pensionistica.
«La mobility per noi è un progetto da tempo risolto – aggiunge il manager – ma capita ancora di scontrarsi con qualche problema di copertura del territorio».

Un altro progetto tutto italiano, poi diffusosi all’estero, è stato quello relativo alla gestione delle condizioni commerciali. «Abbiamo seguito non solo la fase di progettazione – spiega Piazza – ma anche quella di analisi e di sviluppo, erogando il servizio in modalità Web based a tutte le realtà nazionali europee. Circa quattro anni fa il servizio è stato poi incluso nelle procedure del gestionale Sap», che, insieme ad esempio ai sistemi di posta elettronica, è centralizzato in Inghilterra, al pari del sito Internet istituzionale, che si trova fisicamente in Inghilterra, anche se amministrato da un team a Bruxelles.

Per la gestione delle attività locali, Sony Italia si avvale di una piccola sala server che supporta la intranet, motorizzando le varie attività tra cui la gestione di magazzino compresa l’interazione con il provider logistico esterno. La deduplicazione è stata adottata come criterio di convenienza economica e funzionale: su tre server sono implementate 15 macchine virtuali. «Per alcune applicazioni c’è, invece, una macchina dedicata – precisa il manager – sia perché mission critical sia perché sviluppata nativamente in quel modo per cui, funzionando ottimamente da molti anni, abbiamo valutato di non mutare la situazione».

Tra i progetti attualmente in pista, invece, uno dei più significativi è quello relativo alla revisione del workflow interno secondo nuovi criteri organizzativi che, ad esempio, prevedono un controllo immediato dell’ordine in modo da garantire con precisione e a priori i quantitativi, le modalità di pagamento o di consegna. Una soluzione che porterà maggiore proattività alla logistica aziendale, contribuendo a migliorare l’efficienza del servizio e la qualità dell’offerta. «Si tratta di una reingegnerizzazione che ci porterà, già da quest’anno, a rivedere in maniera significativa i nostri processi aziendali – conclude Piazza -. Le altre azioni che stiamo portando avanti sono rivolte a rafforzare le politiche del green It, attraverso l’uso di metodologie atte a ridurre i volumi di stampa o l’ecocompatibilità delle infrastrutture hardware. Infine, intendiamo migrare totalmente al VoIp, mentre al momento la fonia parte in formato analogico per venire poi convertita in Ip sulla rete internazionale».

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