Un’unica base dati per controllare l’azienda

Completato nel 2007 lo spin-off da Ncr (che l’aveva acquisita nel 1991), Teradata è oggi una azienda indipendente, quotata al Nasdaq, che opera in circa 60 paesi nell’ambito delle soluzioni di data warehouse e applicazioni analitiche. «La società – ci …

Completato nel 2007 lo spin-off da Ncr (che l’aveva acquisita nel 1991), Teradata è oggi una azienda indipendente, quotata al Nasdaq, che opera in circa 60 paesi nell’ambito delle soluzioni di data warehouse e applicazioni analitiche.

«La società – ci spiega Franco Vittone, amministratore delegato della filiale italiana – sta reagendo abbastanza bene alla crisi e, in particolare, in Emea ha registrato una buona crescita. Evidentemente, nonostante la situazione, i nostri clienti hanno ritenuto strategico investire in Teradata per avere informazioni e dati sempre più puntuali e in tempi brevi. E, infatti, a livello mondiale stanno partendo molti progetti, specialmente nell’area governance. Chi aveva già soluzioni Teradata ha continuato a investire, anche in modo cospicuo, come per esempio eBay. Nel complesso, abbiamo alcuni grossi clienti che hanno superato il petabyte di dati, 35 che sono oltre i 100 terabyte e questo è un fatto molto confortante che avvalora il nostro approccio all’enterprise data warehouse: puntare su un’unica base dati, che consente una visione completa dell’azienda. In particolare, la nostra strategia si focalizza su due temi che ritengo importanti e che sono quello della continuità dell’offerta e del risparmio energetico. Continuità per la salvaguardia degli investimenti fatti, sia da un punto di vista tecnologico che di approccio. Infatti, quello che noi andavamo a offrire nel 2003 in termini di proposta architetturale lo continuiamo a offrire ancor oggi e i risultati che stiamo ottenendo ne sono una conferma: mi riferisco all’utilizzo di un enterprise data warehouse come unica base dati, un’unica fonte, a cui fanno riferimento tutte le aree tematiche dell’azienda, da quella finanziaria alla contabilità, dal marketing alle risorse umane. E questo approccio viene sempre più apprezzato rispetto a quello distribuito, che invece comporta un continuo allineamento delle diverse basi dati, per cui risulta penalizzante, soprattutto quando è necessario dare delle risposte in tempi brevi».

Il percorso che fino a oggi ha proposto Teradata è diverso da quello seguito da molte aziende, e inoltre contempla un approccio per obiettivi intermedi, in quanto sempre più spesso il top management pretende dall’It risultati a breve, in pochi mesi, «ma all’interno di una visione a lungo termine, che deve avere come obiettivo finale quello di far risiedere sullo stesso ambiente tutte le basi dati aziendali».

La piattaforma Teradata è basata sugli standard di mercato e si è evoluta seguendo le innovazioni tecnologiche realizzate dai grandi fornitori, da Intel a Microsoft, che hanno continuamente accresciuto le potenzialità della loro tecnologia. Stesso discorso anche per Unix, che da anni la società continua a mantenere.

«Per quanto ci riguarda, – prosegue Vittone – riusciamo a costruire enormi basi dati, parliamo di petabyte, senza aver mai incontrato limiti tecnologici. Ma la tecnologia da sola non è sufficiente, in quanto è necessario che sia correttamente calata nell’ambito aziendale: uno dei nostri obiettivi è di portare risultati in tempi estremamente brevi, e in questo gioca un ruolo importante il nostro servizio di consulenza, che aiuta i clienti a realizzare i progetti, con anche il contributo di partner di fiducia».

Di solito, l’approccio classico, prevede che un’azienda inizi a mettere tutti i dati sulla piattaforma Teradata, partendo con una prima area, come per esempio il marketing, per poi adottare soluzioni di Business intelligence per interrogare la base dati. Dopo questo primo passo, una seconda area viene portata su Teradata e così via: il tutto mantenendo i sistemi operazionali che già sono presenti presso il cliente, che non vengono toccati, in quanto Teradata agisce particolarmente sull’area analitica e si integra facilmente con le piattaforme di Etl e di Bi.

Ma quali sono i rapporti con realtà che oggi sono confluite in piattaforme di competitor? «È vero che oggi alcune società di Bi sono state acquisite da realtà come Oracle e Ibm, che sono nostri diretti concorrenti, ma con loro continuiamo a collaborare nell’ambito della Business intelligence per un vantaggio reciproco – osserva il manager -. Teradata ha sia l’offerta hardware che software e quest’ultima può essere installata su macchine standard di altri vendor, anche se, naturalmente, soprattutto per significative moli di dati, la soluzione è più performante sui nostri server. Va anche detto che essendo la nostra una piattaforma a se stante, non viene coinvolta in un processo di virtualizzazione, in quanto il nostro server viene utilizzato al 100% della sua capacità, per cui alloca in modo dinamico gli spazi. Mi preme anche sottolineare che le nostre soluzioni sono di facile utilizzo, in quanto il sistema automatizza molti processi, il che comporta anche un risparmio di gestione, dal momento che elimina tutta una serie di attività specifiche. Riguardo alla riduzione dei costi energetici, noi siamo molto attenti a questi aspetti, e il rilascio di nuovi processori e tecnologie ci consentono di soddisfare appieno questa esigenza, che peraltro anche il mercato inizia a sentire e a richiedere».

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