Febbraio 2009 La preoccupazione dei fornitori di tecnologia e dei Cio, relativa a quanto la profonda crisi che sta investendo i mercati pregiudicherà gli investimenti in Ict, è comprensibile ma a ben vedere, rappresenta un modo molto parz …
Febbraio 2009
La preoccupazione dei fornitori di tecnologia e dei Cio, relativa a quanto la profonda crisi che sta investendo i mercati pregiudicherà gli investimenti in Ict, è comprensibile ma a ben vedere, rappresenta un modo molto parziale di affrontare il problema.
Dalla crisi le imprese non usciranno tagliando gli investimenti ma, investendo in innovazione e, in particolare, in quella resa possibile dalle opportunità che vengono dalle nuove tecnologie.
«Innanzitutto – ha sottolineato Mariano Corso, professore straordinario della School of Management – occorre partire dalla consapevolezza che uno dei fattori per i quali oggi molte imprese italiane si scoprono incapaci di affrontare la crisi, è proprio il ritardo nell’applicazione delle nuove tecnologie. In Italia si è investito e si investe troppo poco in Ict. Il confronto con i benchmark internazionali ci restituisce un quadro impietoso: la spesa in It in Italia è oggi pari all’1,7% del Pil, con una crescita del 2% rispetto al decennio scorso. Per fare qualche raffronto, si pensi che la media europea del rapporto spesa It su Pil è del 2,7%, mentre in Francia si attesta al 3,1%, in crescita dell’8% rispetto al decennio scorso, e in Giappone al 3,4% (+10%)».
Ciò che colpisce non è solo il divario in termini assoluti, ma ancora di più la distanza nel ritmo di crescita. Questo tende a fare aumentare la forbice che pesa come un macigno sulla competitività internazionale delle imprese. La correlazione tra investimento in innovazione Ict e prestazioni aziendali di medio lungo periodo è, infatti, inequivocabile.
Eppure, dallo studio di un campione di 100 grandi imprese, analizzate nell’ambito delle ricerche degli Osservatori Ict & Management della School of Management del Politecnico di Milano, emerge che il 25% delle grandi imprese sono ancora restie a cavalcare l’innovazione sfruttando il driver delle tecnologie Ict.
Tuttavia, dalle ricerche della School of Management emergono anche segnali di cambiamento: tra le imprese cresce la percezione del ruolo strategico delle Ict e l’aspettativa che queste possano giocare un ruolo di primo piano per la competitività del business, in termini di strumento per il miglioramento dei processi, ma anche di leva per la loro riprogettazione e per l’innovazione dei prodotti/servizi e degli stessi modelli di business.
Tale consapevolezza non è più confinata alle imprese operanti in contesti in cui le tecnologie Ict sono componenti chiave di prodotti e processi aziendali, ma si allarga sempre più ai settori in cui le Ict svolgevano tradizionalmente un ruolo di semplice supporto operativo. In ben il 40% delle imprese di grandi dimensioni, c’è nel management una diffusa consapevolezza di dover aumentare gli investimenti in Ict per contribuire alla competitività. In un altro 35% di imprese di grandi dimensioni, la percezione di rilevanza dell’Ict sta aumentando, ma non si traduce ancora in programmi di investimento.
«Le opportunità di innovazione non mancano – ha commentato Corso ‑. Dalle nostre ricerche emergono quattro tematiche tecnologiche che i Cio non potranno ignorare nel 2009: l’adozione di nuovi strumenti e logiche di collaborazione Enterprise 2.0; lo sviluppo di nuove architetture adattative; la digitalizzazione dei processi interorganizzativi; lo sviluppo di soluzioni mobile & wireless».





