Retail: ora più attenzione alle procedure

Agli operatori italiani della Gdo servono processi più efficienti. E la Business intelligence è da ottimizzare, come è emerso da una ricerca condotta quando ancora la congiuntura non era pesante. Sul finire dello scorso anno, infatti, Fujitsu Services …

Agli operatori italiani della Gdo servono processi più efficienti. E la Business intelligence è da ottimizzare, come è emerso da una ricerca condotta quando ancora la congiuntura non era pesante.

Sul finire dello scorso anno, infatti, Fujitsu Services ha commissionato a Sirmi una ricerca per approfondire e comprendere al meglio le esigenze degli operatori della distribuzione nel contesto nazionale.

Condotta fra settembre e ottobre 2008, la ricerca ha coinvolto un campione di 100 aziende italiane del settore retail (34% grocery e 66% non grocery) per verificare quali sono le tecnologie attualmente in uso e comprendere quali saranno le sfide per chi governa l’It di questo settore. Il sondaggio ha, quindi, analizzato le priorità che gli operatori individuano nell’uso delle tecnologie e ha definito quale sia la diffusione della Business intelligence, conseguentemente agli investimenti effettuati. Il campione ha indicato nel miglioramento delle procedure aziendali e in una maggiore efficienza nei processi chiave del back office gli ambiti centrali e prioritari che gli operatori dovranno affrontare nei prossimi due anni.

Considerato di grande rilevanza anche il tema del miglioramento della customer experience: gli operatori italiani intenderebbero indirizzare i maggiori investimenti soprattutto nell’area della in store communication e nelle applicazioni per il self service.

La diffusione di strumenti di Bi presso i retailer intervistati è concentrata nell’ambito della creazione di reportistica e analisi di base, con un’adozione da parte del 70% delle aziende intervistate. Le applicazioni nell’area del Corporate performance management, come l’analisi avanzata dei dati storici, la creazione di cruscotti direzionali, oppure nell’area del planning, hanno ancora una diffusione piuttosto bassa, con picchi nell’ordine del 25%. Tutti gli altri strumenti hanno una diffusione massima del 10% circa. La diffusione di analisi dei dati a vantaggio di un numero vasto di utenti, elemento indicativo del livello di competitività di un’azienda, rimane invece ancora piuttosto basso.

Per quanto riguarda la tipologia dei dati trattati, attualmente la valutazione si sofferma su due aree di informazione: quella del category management e della loyalty e quella più generale dei dati aziendali legati all’area finanziaria.

L’ambito della Business intelligence, pertanto, risulta essere la sfida maggiore che le aziende italiane del retail dovranno affrontare per essere competitive sul mercato.

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