Una tecnologia che mette tutti d’accordo

Indagine sulla virtualizzazione presso oltre 100 aziende italiane

Su 105 medie e grandi aziende italiane intervistate lo scorso mese di novembre, su input di Emc, Fujitsu Siemens Computer e Vmware (inchiesta realizzata da Idc), ben 66 hanno scelto di percorrere, o inizieranno a farlo entro 12/18 mesi, la strada della virtualizzazione.

Su un campione composto per il 62% da imprese in una fascia di addetti tra 250 e 499 e per il restante 38% oltre i 500, attive in diversi settori economici, ben il 52,4% ha già implementato soluzioni sul fronte dei server, ma anche storage (35,2%), desktop (33,4%) e reti (35,2%) rientrano tra gli ambienti per cui la tecnologia principe per il consolidamento sta lasciando traccia. Addirittura il 72% delle 56 società con progetti in corso ha coinvolto più di un ambito, a testimonianza del fatto che una volta rotto il ghiaccio, si viene conquistati dalla virtualizzazione (sponsorizzata nella maggior parte dei casi dal Cio o, comunque, dal team It, anche se le iniziative sono condivise con Ceo e Cfo).

Sicuramente, il fattore dimensionale condiziona i livelli di adozione, ponendo le società di stampo enterprise più avanti nella curva di adozione, anche se le medie stanno rimontando (prima di due anni, ad esempio, il 9,5% del campione espressione del midmarket prevede di adottare soluzioni di virtualizzazione network, contro il 7,1% delle grandi). Tra i vantaggi che le si attribuiscono risultano essere particolarmente importanti una gestione maggiormente semplificata e la riduzione dei consumi energetici (soprattutto presso le grandi imprese, per le quali assume particolare rilievo anche il contenimento del numero di applicazione), seguiti dalla possibilità di dare risposte flessibili ai cambiamenti della domanda e dalla business continuity (principalmente per le medie).

Gli impatti che, invece, la virtualizzazione produce o potrebbe produrre sul fronte storage riguardano principalmente i tempi di interruzione del servizio per l’upgrade, per il provisioning e per il recovery e la protezione dei dati, mentre i benefici derivanti dalle iniziative sui desktop, sia per le grandi che per le medie imprese (che abbiano o meno in corso progetti mirati) si concentrano sull’installazione di nuove applicazioni o l’aggiornamento di quelle esistenti e la gestione dell’help desk utente. Elevata è anche la percentuale di chi giudica importante la virtualizzazione del backup (73%), anche se solo il 42% del campione dispone, o la prevede, di una soluzione specifica.

I problemi che le imprese già sensibili in modo fattivo al tema hanno dovuto o si aspettano di dover affrontare riguardano in principal modo la sicurezza (soprattutto per le grandi) e la mancanza di competenze adeguate (in maggioranza le medie), sebbene anche questi aspetti non rappresentino barriere insormontabili. Rispetto alle aspettative iniziali, il 41% sta estendendo la virtualizzazione a tutte le applicazioni e solo l’11% delle 66 società che hanno già in corso, concluso o si muoveranno a breve, ha dovuto rivedere le tempistiche (l’8% si aspettava minori difficoltà organizzative o tecniche). In generale, per l’88% degli intervistati, i tempi non superano l’anno.

Chi, invece, tra le imprese con più di 500 addetti non prevede ancora di adottare soluzioni dedicate, motiva la decisione appellandosi alla difficoltà di percepire reali benefici e alla mancanza di skill adeguati. Lo sviluppo del data center e operazioni di internazionalizzazione potrebbero, invece rappresentare fattori induttivi.

Per il mid market, infine, la ragione principe per non votarsi alla virtualizzazione pare legarsi alle dimensioni e ai costi; stimoli eventuali potrebbero derivare da una maggiore maturità delle tecnologie e da operazioni di fusione e acquisizione.

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