La governance dell’It è un passo obbligato

Strumento ancora acerbo, ma che si profila necessario, il Configuration management data base analizzato in Italia da NetConsulting

Le grandi aziende italiane a oggi non si sono preoccupate di investire in soluzioni per il controllo e la gestione dell’infrastruttura e stenta ad affermarsi la diffusione di una cultura di governance di alto profilo. Questa è una prima conclusione a cui è giunta un’indagine condotta da NetConsulting (per conto di Ca Italia), che, all’interno di una più ampia ricerca sull’It governance, si è focalizzata sull’adozione di strumenti di Configuration management data base (Cmdb).

L’indagine, che è stata realizzata attraverso interviste dirette a Cio, responsabili di esercizio e di Cmdb (se presenti), ha preso in considerazione circa 80 importanti gruppi aziendali, per poi selezionarne 44, di cui il 50% ha più di 5.000 dipendenti, mentre circa il 20% ne ha meno di 1.000, appartenenti ai settori Pa centrale e locale, industria, finanza e Tlc/media.

Venendo ai contenuti, come ha spiegato Rossella Macinante, project manager di NetConsulting, è emerso che solo il 9,1% del panel ha adottato meccanismi che consentono la visibilità sulle relazioni tra le diverse componenti della struttura It (tra questi, gli strumenti di Cmdb hanno proprio l’obiettivo di identificare e comprendere le relazioni tra componenti It e applicazioni di business per ottimizzare i servizi informatici), mentre il 52,3% ritiene che la situazione possa essere migliorata e il 31,8% dichiara che c’è un progetto in fase di studio. Tra i settori più attenti a questa tematica, troviamo le Tlc (dove il 25% ha già attuato il processo e di cui il 50% degli intervistati afferma di avere una comprensione approfondita) e l’industria (12,5%).

All’interno dei progetti di Cmdb, il framework Itil (It Infrastructure Library) rappresenta un punto di riferimento, per cui è stato chiesto quanto effettivamente nelle aziende ci sia questa consapevolezza. Mediamente il 50% del campione ritiene che sia uno stimolo per l’implementazione di una soluzione di Cmdb, valore che sale al 75% nelle Tlc, al 71,4% nella Pal e al 62,5% nell’industria.

La presenza di soluzioni di Cmdb è abbastanza omogenea: il fatto che la media sia del 27,3% (solo la Pal si discosta con un 42,9%) è la conferma di come sia poco utilizzato e di come non sia visto come uno strumento capace di garantire visibilità e controllo sulle interdipendenze tra le componenti It. Riguardo all’utilizzo di soluzioni di Cmdb, la principale area di implementazione pare quella di change e configuration management, mentre la tipologia di soluzioni è rappresentata per il 27,3% da suite integrate e per un valore analogo dal classico best of breed. L’indagine ha anche analizzato i fattori che frenano gli investimenti in ambito Cmdb e i driver. Tra i primi, il panel ha citato il fatto che spesso il top management non ritiene il Cmdb una priorità d’investimento (54,5%), seguito da una scarsa conoscenza del Cmdb stesso, da un budget limitato (31,8%) e dalla difficoltà a capire dove applicarlo. Tra i driver, il 59,1% ha riconosciuto alle soluzioni Cmdb la capacità di dare risposte flessibili, in grado di adeguarsi ai cambiamenti, un valido supporto all’It governance (43,2%), un miglioramento della disponibilità dell’infrastruttura e dei servizi It (40,9%) nonché una ottimizzazione dei costi (34,1%). Come nota conclusiva, dall’indagine emerge un’esigenza non sempre chiaramente espressa dalle aziende di gestire al meglio le relazioni tra It e business. In questo contesto, il Cmdb si propone come un elemento che supporta le attività aziendali e che contribuisce a realizzare la governance dell’It.

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