La Bi in senso tradizionale non è più sufficiente a gestire la mole di dati che oggi si moltiplicano (strutturati, flat file, Xml, audio e video, Rfid, di mercato, geospaziali e via dicendo), il che presuppone un numero maggiore di utenti coinvolti. «O …
La Bi in senso tradizionale non è più sufficiente a gestire la mole di dati che oggi si moltiplicano (strutturati, flat file, Xml, audio e video, Rfid, di mercato, geospaziali e via dicendo), il che presuppone un numero maggiore di utenti coinvolti. «Oltre a una superiore velocità di processo – osserva Mario Liciani, senior system consultant di Sybase Italia – la Bi deve poter integrare nuove fonti dati e nuove tecnologie, quali data stream e Cep ad esempio, il che comporta un percorso di evoluzione e integrazione di più complessi algoritmi elaborativi nonché di strumenti di interrogazione e tool di monitoraggio. La sfida è quella di offrire soluzioni efficaci ed economicamente efficienti».
I nuovi modelli di Bi si declinano su tre tipologie di offerta: open source software (Oss), Software as a Service (SaaS) e appliance, ovvero un package di componenti software e hardware che adempie a specifiche funzioni di data warehousing. Questa Bi operazionale, attraverso un’ottimizzazione delle operazioni di business giornaliere nel computo di misurazione puntuale del fenomeno in corso, abbraccia anche la fraud detection e il risk management, presupponendo diversi livelli di intervento della Bi, modulati su una scala del tempo che va dall’immediato (Bi real time) al futuro (Bi predittiva).
Rispetto all’opensource, secondo una ricerca Sda Bocconi, solo il 24% del campione ritiene che i sistemi di Bi siano destinati a essere realizzati sempre più con questo tipo di tecnologie, mentre dal punto di vista delle architetture, tra le aziende dove i sistemi di Bi sono sviluppati internamente, la sensibilità nei confronti dell’opensource sale al 58%. Sul fronte SaaS, solo il 15% del campione mostra interesse in proposito, con un 49% che si dichiara debolmente convinto. Gli esperti però non precludono un’evoluzione di questa formula, che avverrà quando le aziende allenteranno la loro resistenza a terziarizzare la gestione delle informazioni. Gli analisti sottolineano anche come la scarsa garanzia di tempistiche efficienti da parte dei fornitori e la difficoltà nel regolare il servizio, poco prevedibile per definizione della delivery e nella manutenzione evolutiva, sia un ulteriore ostacolo all’affermazione della Bi on demand.





