"Là dove c’è frustrazione, c’è del business da fare", si ha l’abitudine di ripetere quando si scopre un nuovo filone per generare risparmi. Una frustrazione, oggi, risiede nei prezzi troppo elevati delle comunicazioni voc …
"Là dove c’è frustrazione, c’è del business da fare", si ha
l’abitudine di ripetere quando si scopre un nuovo filone per generare
risparmi. Una frustrazione, oggi, risiede nei prezzi troppo elevati
delle comunicazioni vocali. Su questo fronte, sta nascendo una nuove
generazione di fornitori, gli Internet Telephony Service Provider
(Istp), he intendono proporre servizi vocali sul Web. La sfida è
dotarsi di strumenti di trasporto della voce su Ip che apportino una
qualità di trasmissione sufficiente cancellando o quasi tutti gli
attuali handicap di Internet (mancanza di sincronizzazione e
integrità fra pacchetti r
trasferiti, soprattutto). Oltre un centinaio di Istp sono già attivi,
principalmente negli Usa o in Estremo Oriente, in Australi a in
Giappone. Ogni operatore ha la propria infrastruttura e dispone, in
generale, di un punto d’accesso dall’altra parte dell’oceano o del
paese. Tra i due punti, è scavata una sorta di tunnel via Internet,
grazie alle reti private virtuali, che garantiscono qualità della
trasmissione.
L’ultimo InternetWorld ha permesso di scoprire qualcuno di questi
pionieri e nel lotto rientra anche l’italiana Tiscali. Il suo
obiettivo è di raggiungere due milioni di utenti complessivi e a essi
andare a proporre di collegarsi tramite i propri siti Web aperti a
chiamate di voce su Ip, sia attraverso telefoni Ip che con "cornette"
classiche agganciate a gateway VoIp. Stanno poi nascendo realtà con
modelli di business del tutto nuovi, come la francese Pagoo, primo
Asp in software di telefonia su Ip.
Le cose potrebbero ulteriormente evolvere qualora si muovessero
colossi come Cisco, già oggi principale fornitore al mondo di
soluzioni VoIp, che per ora si limita alla leadership sul piano
tecnologico.
