Banda larga e imprese: il rischio è un paese diviso

Il rapporto Between spiega che medie e grandi sono ok e sopra i tre dipendenti siamo al 75%. Ma il futuro è a rischio

Nelle medie e grandi imprese il mercato della banda larga è saturo, mentre c’è spazio nelle aziende con tre e più addetti dove siamo al 75% di diffusione. I dati del 2006 del rapporto Between pubblicato sul sito dell’Agcom, Authority delle garanzie nelle comunicazioni, assegna alle imprese minori (1-2 addetti), un livello di penetrazione della banda larga lievemente superiore al 35% paragonabile al mercato residenziale del quale segue spesso logiche e vincoli di adozione.


Di conseguenza, anche in questo caso, l’accelerazione dello sviluppo del mercato passa innanzitutto attraverso processi di acculturamento informatico e di maggiore integrazione dei processi inter-aziendali”.


Il livello dei prezzi ha seguito sostanzialmente la discesa riscontrata sul mercato consumer, anche se l’esito di alcune importanti gare pubbliche nel 2006 ha di fatto portato a un’ulteriore riduzione dei prezzi retail. Sul mercato business, la crescente integrazione tra servizi di fonia e dati (inclusa la connettività Internet) comporta inoltre un’ulteriore leva per il contenimento dei costi dei servizi di telecomunicazione integrati e ne favorisce lo sviluppo.


Di fatto, l’estensione attuale delle infrastrutture in fibra ottica, il livello di copertura raggiunto con l’Ull (Unbundling del local loop, la liberalizzazione dell’ultimo miglio) e l’utilizzo delle offerte wholesale ha consentito di sviluppare una competizione efficiente sulla clientela business multisede, come dimostra in particolare l’esito delle gare della Pubblica amministrazione dove Telecom Italia si è aggiudicata solamente il quarto lotto (in ordine decrescente di importanza) del Sistema pubblico di connettività.


A fronte di una progressiva saturazione del mercato di base (connettività Internet), lo sviluppo del mercato della banda larga sul mercato business appare sempre più condizionato dalla capacità dell’offerta di proporre soluzioni Ict integrate che utilizzeranno i collegamenti a banda larga come componente abilitante.


Secondo quanto previsto dal Piano industriale di Telecom Italia presentato a marzo 2008, i nuovi obiettivi di copertura al 2010 prevedono il raggiungimento del 99% di copertura delle linee telefoniche con l’Adsl, dell’87% per l’Adsl2+, dell’80% Adsl2+/Ip e, infine, di circa il 10% per la copertura Vdsl. Per quanto riguarda gli scenari invece di più lungo periodo, le indicazioni fornite l’anno precedente indicavano l’obiettivo di copertura di poco meno dei 2/3 della popolazione telefonica con soluzioni Vdsl nel 2016.


Un programma che, combinato con gli interventi degli operatori alternativi e in assenza di un intervento di sistema, porterebbe verso una spaccatura del paese con aree a maggiore potenziale e altre meno attrattive, ma anche uno sviluppo ritardato delle infrastrutture di rete più innovative, in particolare rispetto ai Paesi più avanzati, che stanno avviando in questi anni importanti progetti di realizzazione di reti di nuova generazione ultrabroadband.

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