La società sceglie lo spin off: un’azienda si occuperà di progettazione e l’altra di produzione. Positive le reazioni degli analisti. Intel preoccupata.
Amd ha ufficializzato la divisione dell’azienda in due realtà distinte, una che si occuperà della progettazione dei processori, l’altra della loro produzione.
Si tratta di una mossa attesa, necessaria per l’azienda da un lato per risanare la sua situazione economica, dall’altro per ritornare a competere con Intel.
L’entità che si occuperà di produzione si chiamerà The Foundry Company e sarà partecipata da Amd. Il resto passerà sotto il controllo di Advanced Technology Investment Co. (ATIC).
Tra gli investitori, figura anche il nome di Mubadala Developrment, fondo di Abu Dhabi che già lo scorso novembre aveva investito in Amd 622 milioni di dollari. Mubadala di fatto dovrebbe acquisire il 19,3% del capitale di Amd, con un investimento di 314 milioni di dollari.
Atic, a sua volta, deterrà il 56,6% di The Foundry Company e investirà in una fase iniziale qualcosa come 2,1 miliardi di dollari, destinati a crescere fino a un massimo di 6 miliardi nei prossimi 5 anni, soprattutto in vista della realizzazione di un nuovo impianto di produzione a Malta e dell’ampliamento della struttura esistente a Dresda.
Mediamente, le società di analisi giudicano positivamente la strategia, che riporta Amd nell’agone con Intel. Nessuno è convinto che d’ora in poi si avrà a che fare con una realtà poi così distante da quella che finora si è conosciuta. Di fatto, però, Amd è ora in grado di operare sul mercato priva di quei fardelli e di quei gravami finanziari che la hanno appesantita negli ultimi anni.
Una società più forte dal punto di vista finanziario e mediamente più in forma, insomma, è il giudizio di molti. Come se Amd fosse appena rientrata da un periodo di permanenza in un centro benessere, anche se, va detto, le iniezioni di denaro fresco proveniente da Atic e Mubadala Development non basteranno a sanare completamente il debito esistente.
Diversa la posizione di Intel che, senza esprimere valutazioni di merito, avanza qualche perplessità. In particolare, ciò che sta a cuore a Intel è l’accordo di cross-licensing stipulato nel 2001 proprio con Amd.
In virtù dello spin off, Amd resterà proprietaria solo di una parte della nuova Foundry Company, che si occuperà della produzione, mentre l’altra quota della società passa in mano ad Atic, che avrà pari diritto di voto in consiglio di amministrazione.
E proprio in virtù del nuovo assetto, Intel si preoccupa che il patto (il Patent Cross License Agreement) esistente possa essere messo in discussione in qualche sua parte.





