Secondo il Centro studi si tratta di una non-riforma che lascia intatte tutte le criticità
Il Centro studi di Confindustria, Csc, boccia la riforma dei servizi pubblici locali che, in sostanza, lascia prosperare il fenomeno dell’in house. Secondo il documento del Csc la riforma approvata con la manovra d’estate è addirittura un passo indietro perché limita le aperture in alcuni setori come gas, trasporti ed energia elettrica.
L’in house, contro il quale si è impegnata da tempo Assinform, rimane vivo e vegeto anche se, scrive il Csc “Il modo in cui sono gestiti i servizi pubblici locali incide sulla competitività delle imprese, sullo sviluppo urbano e sulla qualità della vita dei cittadini, in ultimo sulla produttività e sulla crescita del Pil”.
Dopo la riforma approvata a luglio dal Parlamento la nuova disciplina amplia le possibilità di deroga rispetto al principio della gara in modo “da poter vanificare del tutto l’intento della legge”.
La conclusione del Cs è che più che di una riforma si tratta di un riordino che “lascia intatte tutte le criticità della normativa precedente”.





