L’intelligenza artificiale è ormai una risorsa strategica per le economie avanzate, è la base della produttività e della sicurezza digitale, ma anche un potenziale fattore di dipendenza.
Il nuovo studio globale di Accenture, “Sovereign AI: Own your AI Future – From Managing Risk to Accelerating Growth” (novembre 2025), analizza come governi e imprese stiano ridisegnando i propri ecosistemi tecnologici per rafforzare il controllo su dati, infrastrutture e modelli di AI.
Condotto su 1.928 organizzazioni in 28 Paesi e 18 settori, il report evidenzia che il 62% delle aziende europee è alla ricerca di soluzioni di intelligenza artificiale “sovrane”, capaci di garantire indipendenza strategica e sicurezza dei dati.
Il fenomeno è particolarmente evidente in Italia, dove il 71% delle imprese prevede di incrementare gli investimenti in IA sovrana nei prossimi due anni — una quota tra le più alte d’Europa, seconda solo alla Germania (73%) e ben al di sopra della media continentale.
Un continente alla ricerca di autonomia
L’Europa è nel pieno di una transizione tecnologica che intreccia innovazione e geopolitica.
La dipendenza da fornitori extra-UE, che oggi controllano circa il 95% dei modelli di intelligenza artificiale avanzata (70% USA, 25% Cina), spinge governi e imprese a riconsiderare l’intera catena del valore dell’AI: dalla disponibilità di potenza di calcolo ai modelli linguistici, dai dati al talento.
La consapevolezza è diffusa: il 73% delle organizzazioni europee ritiene che istituzioni e governi debbano svolgere un ruolo attivo nel rafforzare la sovranità digitale attraverso regolamenti, incentivi e investimenti pubblici. In parallelo, il 70% sottolinea l’importanza di coinvolgere le PMI, considerate fondamentali per costruire un tessuto tecnologico realmente autonomo e distribuito.
Il paradosso europeo: innovare senza perdere controllo
Secondo Mauro Macchi, CEO Accenture EMEA, “L’Europa si trova davanti a un paradosso. Da una parte i suoi leader comprendono la necessità di accelerare l’adozione dell’intelligenza artificiale per stimolare innovazione e crescita, ma dall’altra, poiché la maggior parte delle tecnologie proviene da fuori regione, ritengono che ciò rappresenti un rischio. Un approccio sovrano all’IA può risolvere questo dilemma, permettendo alle organizzazioni europee di proteggere le proprie attività critiche senza rallentare la competitività. Solo con un’economia innovativa e dinamica potremo investire nel rafforzamento dell’ecosistema tecnologico europeo e consentire ai nostri campioni locali di competere su scala globale.”
Solo un terzo dei progetti di intelligenza artificiale (36%), secondo lo studio, necessita di un approccio interamente sovrano — cioè sviluppato e ospitato su infrastrutture locali — principalmente per motivi regolatori o di protezione dei dati sensibili.
Per la maggior parte delle applicazioni, invece, le imprese scelgono architetture ibride, che uniscono fiducia locale e innovazione globale.
E lo sottolinea Mauro Capo, Digital Sovereignty Lead Accenture EMEA: “Un approccio di IA sovrana non significa centralizzare tutto. L’obiettivo è scegliere il giusto livello di controllo su dati, infrastruttura e modelli, mantenendo al contempo i vantaggi di scala e la velocità d’innovazione offerti da alcuni provider globali.
In alcuni casi basta garantire la residenza locale dei dati, in altri – come, ad esempio, nel settore della difesa – serve una piena sovranità su tutti i componenti dell’intelligenza artificiale”.
Italia: fiducia nei dati e spinta alla resilienza
In Italia, la sensibilità verso la sovranità digitale si traduce in una strategia di medio periodo orientata non solo alla sicurezza, ma anche alla creazione di valore.
Tre tendenze emergono con chiarezza:
- Priorità ai dati sensibili. I settori con elevati requisiti regolatori — finanza, pubblica amministrazione, energia e sanità — sono in prima linea nell’adozione di modelli sovrani. Il 76% delle aziende bancarie, il 69% delle organizzazioni pubbliche e il 70% delle imprese energetiche prevedono di potenziare gli investimenti in AI sovrana nei prossimi due anni.
- Equilibrio tra innovazione e controllo. Il 65% delle imprese europee, e una quota ancora maggiore in Italia, riconosce di non poter restare competitiva senza collaborazione con fornitori globali, ma punta a farlo mantenendo il controllo su infrastrutture e dati.
- Governance strategica. Solo il 16% delle aziende europee ha portato il tema della sovranità AI al livello del CEO o del Consiglio di Amministrazione, ma in Italia la percentuale sale sopra il 20%, segno di una maggiore maturità manageriale nel considerare la sovranità come leva di business e non solo di conformità.
L’Italia, inoltre, è tra i Paesi che più chiedono un ruolo attivo delle istituzioni: quasi tre organizzazioni su quattro invocano interventi pubblici per favorire infrastrutture locali, standard aperti e accesso alle tecnologie sovrane.
Le AI Gigafactory: infrastrutture per la nuova Europa digitale
Uno degli assi centrali della strategia europea è la creazione delle AI Gigafactory, poli continentali di calcolo dedicati allo sviluppo e alla gestione di modelli di intelligenza artificiale sovrana.
Nel giugno 2025 sedici Stati membri hanno presentato oltre 60 proposte per ospitare questi hub, concepiti come consorzi pubblico-privati in grado di condividere dati, infrastrutture e standard di interoperabilità. L’obiettivo è passare “dalla federated governance alla federated capability”, ossia dalla mera cooperazione normativa alla costruzione congiunta di capacità produttive e di calcolo. Ciascun polo combina potenza di calcolo locale, modelli linguistici addestrati su dataset europei e sistemi di sicurezza pienamente conformi alle normative UE.
L’Italia si è inserita pienamente in questa visione europea con la nascita di IT4LIA AI Factory, una delle prime iniziative continentali approvate nell’ambito del programma EuroHPC Joint Undertaking. Coordinata dal Cineca e ospitata presso il Tecnopolo di Bologna, IT4LIA riceve un investimento complessivo di circa 420 milioni di euro, co-finanziato in parti uguali tra Commissione Europea e Governo italiano. Il progetto mette in rete i supercomputer Leonardo e LISA, la piattaforma cloud Gaia e il sistema Megaride, offrendo alle imprese, alle startup e alla pubblica amministrazione un accesso diretto a infrastrutture di calcolo avanzate, strumenti di data management e servizi di sviluppo AI. La capacità computazionale prevista è quattro volte superiore a quella delle attuali infrastrutture standard e fino a 40 volte più performante per i carichi di lavoro legati all’intelligenza artificiale.
Le AI Gigafactory rappresentano non solo un’infrastruttura strategica, ma anche un motore industriale: creeranno nuove catene del valore, dalla produzione di GPU e semiconduttori alla gestione dei modelli linguistici locali, contribuendo alla riduzione della dipendenza dal cloud extraeuropeo.
Dalla conformità al vantaggio competitivo
La sovranità dell’intelligenza artificiale non è più solo una misura difensiva. Solo il 19% delle imprese europee la considera oggi una leva competitiva, ma questa percezione è destinata a cambiare. Le aziende italiane, in particolare, iniziano a collegare la sovranità non solo alla sicurezza dei dati, ma anche alla differenziazione strategica: modelli più trasparenti, localizzazione dei dati, ecosistemi di fiducia.
Le analisi di Oppenheimer Equity Research indicano un potenziale economico di 1,5 trilioni di dollari per il mercato globale dell’AI sovrana entro il 2030, con 120 miliardi di valore generabile in Europa.
Una parte significativa di questo impatto potrà provenire dai Paesi che sapranno sviluppare infrastrutture proprie, talenti locali e partnership pubblico-private: tra questi, l’Italia parte da una posizione di vantaggio.
La dipendenza tecnologica è oggi la principale vulnerabilità dell’economia europea. Ma può diventare il punto di partenza per una leadership fondata su autonomia, fiducia e innovazione.
Le imprese italiane stanno dimostrando di aver colto il senso di questa trasformazione: proteggere i dati, ma anche generare valore attraverso l’intelligenza artificiale sovrana.
Come conclude Accenture, “la sovranità dell’AI segna la prossima fase della globalizzazione: un mondo in cui le nazioni condividono la tecnologia, ma mantengono la propria agency.”
L’Italia, in questo scenario, non è più un mercato di adozione, ma una delle piattaforme da cui può partire la costruzione della nuova Europa digitale autonoma.








