L’incertezza, le sfide globali e la necessità di mantenere un vantaggio competitivo spingono le aziende a cercare alleati tecnologici che vadano oltre la semplice digitalizzazione: è in questo scenario che l’AI generativa si consolida non più come un trend, ma come una leva strategica fondamentale.
I dati emersi dal Sap Now AI Tour di Milano, uniti a quelli della ricerca “Business and Technology Priorities” che ha coinvolto 575 decision maker italiani, delineano un quadro chiaro: l’AI generativa è il catalizzatore di una profonda trasformazione aziendale.
Per quasi la totalità del campione intervistato (il 93%), infatti, l’adozione della AI generativa rappresenta una priorità medio-alta. Già oggi, il 40% delle organizzazioni la utilizza ampiamente in un ampio range di attività di business.
L’obiettivo dichiarato da Carla Masperi, Presidente e AD di Sap Italia, è chiaro: l’AI apre un nuovo modo di fare impresa, conducendo all’Autonomous Enterprise.

Efficienza e semplificazione: le priorità B2B del 2025
La crescita delle imprese italiane si basa innanzitutto sull’efficienza. Lo studio Sap evidenzia come la quasi totalità degli intervistati (94,9%) dia priorità alla semplificazione e al miglioramento dei processi.
Questo focus non è casuale: è la risposta pragmatica all’incertezza economica. Circa il 38% dei rispondenti italiani, infatti, pianifica di investire in nuove tecnologie e tool software proprio per prepararsi alle sfide economiche future.
Le aree di investimento in tecnologia, in particolare AI generativa e Agenti AI, sono orientate a facilitare l’analisi dei dati, la creazione di contenuti e l’automazione delle attività. Il fine ultimo è ottimizzare i costi e le efficienze, ma anche creare un valore di business senza precedenti.
Le sfide per l’AI generativa: supply chain e sistemi disconnessi
Per le aziende, l’AI generativa è un mezzo per superare le debolezze interne che frenano l’agilità. Tra le sfide più urgenti percepite, le prime due riguardano direttamente l’integrazione e la fluidità operativa: interruzioni o debolezze del procurement e della supply chain, indicate dal 38,1% degli intervistati e sistemi disconnessi, citati dal 34,3% delle imprese.
Queste criticità evidenziano come la frammentazione dei sistemi ERP e gestionali rappresenti oggi uno dei maggiori ostacoli all’efficienza e alla rapidità di risposta al mercato.
Come sottolineato da Carla Masperi, maggiore è la frammentazione della suite applicativa, minore è il valore che l’AI riesce a esprimere.
Al contrario, la combinazione di app, dati e AI crea un “effetto volano” se inserita in un contesto ampio e end-to-end con coerenza semantica.
È incoraggiante notare, tuttavia, che le imprese italiane sembrano avere una solida base di partenza: oltre la metà degli intervistati (51%) si dichiara fiduciosa nell’accessibilità e nella qualità dei dati della propria organizzazione.
Questo elemento è cruciale per minimizzare il rischio principale legato all’AI, ovvero agire sulla base di informazioni errate generate dai sistemi (un rischio temuto dal 29% delle aziende).
L’AI generativa oltre l’automazione: verso l’autonomous enterprise
Il concetto di Autonomous Enterprise, promosso da SAP, non si limita all’automazione puntuale, come l’efficientamento dell’order entry. Si tratta di un modello di impresa in cui i processi sono permeati dall’AI, con agenti intelligenti che agiscono da assistenti al servizio della persona, aumentando le capacità decisionali e coordinando i task.
L’impatto della AI generativa va già oltre la semplice adozione:
- Riduzione dei costi operativi: il 50% delle aziende segnala già risparmi significativi grazie all’AI, con la supply chain come area maggiormente coinvolta.
- Riprogettazione dei processi: il 69,4% delle aziende che utilizzano agenti AI ha riprogettato i propri processi procure-to-pay.
L’AI generativa, in sintesi, sta dimostrando di essere lo strumento per dominare la complessità e non semplicemente gestirla, come evidenziato dalle testimonianze di successo.

L’AI generativa alla prova del business: i casi reali
Due esempi concreti hanno illustrato questo approccio strategico.
Paolo Cervini, AD dellla holding Polifin e di Gewiss ha evidenziato come il gruppo ha fatto leva sull’AI e sull’innovazione continua, passando dall’ERP all’IoT, per creare valore e triplicare il valore di business in cinque anni.
L’obiettivo è l’efficienza intelligente nel servire il cliente, integrando digitalizzazione e sostenibilità. L’AI è vista come un’opportunità di continuous improvement su tutta la value chain.
Gianfranco D’Amico, CEO di Nutkao, azienda che è tra i leader mondiali nelle creme spalmabili B2B e che deve gestire una complessità estrema (11.000 ricette diverse) ha rimarcato come per rimanere rapidi e innovativi l’AI sia cruciale, specialmente per la business intelligence legata alla filiera.
L’importanza della previsione degli andamenti climatici sulla produzione delle materie prime è un esempio lampante di come l’AI supporti decisioni strategiche complesse.
Il futuro è in cloud: quando la tecnologia scompare dal tavolo
Per far funzionare l’AI e abilitare l’Autonomous Enterprise, la scelta dell’architettura applicativa è fondamentale. Fabio Veronese, CIO di FiberCop, ha rimarcato come l’adozione del public cloud sia stata una scelta strategica per non essere frenati da sistemi mastodontici. Andare in green field su cloud, disaccoppiandosi dalle logiche di upgrade gestite dal fornitore , permette di concentrare l’innovazione sul business, non sui servizi IT.
In definitiva, la tecnologia vince quando la cultura cambia. L’obiettivo non deve essere la tecnologia in sé, ma il vantaggio che si ottiene quando essa “scompare dal tavolo”, diventando un fattore abilitante trasparente.
Ciò richiede un forte impegno sul chaange management e sull’upskilling continuo del capitale umano.
Non a caso, il 35,5% degli intervistati italiani inserisce lo sviluppo di competenze e talenti tra le aree prioritarie per la crescita.
L’AI generativa non sostituirà le persone, ma “le persone che non percepiscono il cambiamento“, come ha sagacemente concluso il CEO di Nutkao. Il ruolo dei leader aziendali è quindi quello di accompagnare e guidare questa transizione culturale.









