Europei e IA: fiducia alta, consapevolezza bassa

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Una nuova ricerca condotta da Equinix nell’area EMEA mette in luce un divario tra percezione e realtà nell’uso dell’intelligenza artificiale. La maggioranza degli intervistati si dichiara sicura di comprendere l’IA, ma molti non riconoscono di usarla ogni giorno. Eppure, tra ricerche online, dispositivi di monitoraggio della salute e servizi “invisibili” che ottimizzano processi e decisioni, l’IA permea già la vita quotidiana. La fiducia supera l’ansia: un segnale che potrebbe accelerare l’adozione rispetto a tecnologie storiche come internet o il cellulare.

Fiducia alta, consapevolezza bassa: il “knowledge gap” che frena l’adozione

La fotografia del campione EMEA evidenzia una fiducia diffusa verso l’IA, a fronte di una scarsa consapevolezza d’uso. È un paradosso potenzialmente rischioso: se la fiducia non è sostenuta da comprensione, si possono creare aspettative irrealistiche o paure mal indirizzate. Da qui l’urgenza di investire in alfabetizzazione digitale per rendere gli utenti capaci di valutare benefici, limiti e rischi della tecnologia che già utilizzano.

L’IA è già ovunque: dai termostati alla sanità, fino alla pianificazione finanziaria

“L’IA è già nelle nostre tasche, al nostro polso e nelle nostre caselle di posta”, osserva Bruce Owen, Presidente EMEA di Equinix, sottolineando come algoritmi e modelli operino dietro scenari eterogenei: drug discovery, ottimizzazione energetica, qualità alimentare, servizi finanziari. La promessa di valore è concreta quando la tecnologia è sostenuta da infrastrutture affidabili e interconnesse, in grado di far circolare dati e modelli in modo sicuro, efficiente e scalabile.

Generazioni e genere: il divario che non possiamo ignorare

La ricerca segnala differenze nette per fasce d’età e genere: i più giovani riportano livelli di fiducia più elevati rispetto agli over 55, mentre esiste un gap tra uomini e donne nella percezione dell’IA. Colmare questi scostamenti non è un tema “di nicchia”, ma un prerequisito per una transizione equa: senza inclusione, il potenziale di produttività e benessere rischia di rimanere concentrato, lasciando indietro proprio chi avrebbe più da guadagnare.

Infrastrutture e cultura digitale: le due leve per passare dalla fiducia all’impatto

“L’innovazione parte dall’educazione” e si concretizza quando si appoggia su infrastrutture solide. Reti ad alte prestazioni, interconnessione sicura, disponibilità di energia e prossimità ai dati sono i mattoni dell’IA “di produzione”. In parallelo, policy pubbliche, formazione continua e responsabilità d’impresa possono ridurre il “knowledge gap”, favorendo un’adozione informata e consapevole. È l’equilibrio tra consapevolezza e capacità tecnica a trasformare la fiducia in impatti misurabili su salute, economia e servizi ai cittadini.

Metodo e campione: perché i numeri contano

Lo studio, commissionato da Equinix e condotto da un istituto indipendente su 6.000 persone in sei Paesi europei, consente di leggere tendenze e differenze intra-regionali con un minimo comune denominatore: l’IA c’è già, anche quando non la vediamo. Il passo successivo è renderla più comprensibile, accessibile e utile, senza perdere in sicurezza, trasparenza e controllo dei dati.

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