I progetti. Per Gruppo Vem l’innovazione è condivisa

Gruppo Vem concretizza il concetto di collaborazione. I progetti a testimonianza del nuovo corso illustrati all’evento di Modena

Estrarre valore dall’incontro tra aziende, persone, dalla condivisione di idee, dati e infrastrutture. È questa la ricchezza che si crea dalla collaborazione, tema su cui Vem Sistemi ha tanto insistito nel corso del suo recente VemLive, il tradizionale evento che quest’anno ha tenuto al PalaPanini di Modena, dove ha radunato un gran numero di clienti, prospect e partner tecnologici per condividere successi, percorsi e idee per affrontare le sfide del futuro. E se il futuro lo si affronta insieme, tra aziende dello stesso Gruppo, tra partner, o agganciando anche soggetti esterni, si riescono a ottenere risultati altrimenti impensabili, attivando processi di innovazione che fanno bene all’azienda, a chi vi collabora e a tutto l’ecosistema che intorno vi gravita. Territorio compreso.

A VemLive 2025 il Gruppo Vem ha voluto dimostrare che la collaborazione non è solo un’idea da raccontare, ma un modo di operare, un principio che mette cloud, AI, automazione, sicurezza, e persino la ricerca quantistica, nella direzione di un’unica evoluzione. Facendo vedere, con esempi propri, come l’intelligenza collettiva si trasformi in innovazione condivisa quando piattaforme, competenze e alleanze si muovono all’unisono.

Glass, Halo e SOC AI: l’intelligenza collettiva se orchestrata porta a innovazioni condivise

Si tratta di un cambio di passo che è evidente già all’interno del Gruppo, testimone diretto dei benefici che la collaborazione porta in termini di innovazione, con case history interne che hanno visto la messa a fattor comune delle competenze delle singole realtà che fanno parte di Gruppo Vem o dei partner tecnologici per fare compiere un sostanziale salto di qualità alla propria offerta di servizi. Collaborazione che non è sinonimo di integrazione, dove ognuno fa il suo e poi si unisce, ma di orchestrazione.

Marco Bubani, direttore innovazione di Gruppo Vem

Il valore non lo si ottiene semplicemente assemblando componenti, ma arriva dalla capacità di far cooperare sistemi, processi e persone come una rete di reti – spiega Marco Bubani, direttore innovazione di Gruppo Vem – ed è in questa logica di collaborazione che all’interno del Gruppo Vem prendono forma le tre iniziative Glass, Halo e il progetto di SOC AI, che segnano la nuova rotta che intendiamo seguire”.

Andando con ordine, Glass è la nuova piattaforma di monitoraggio e servizio che, a partire dall’autunno 2026, sostituirà MyVem, offrendo una visione unificata (“single pane of glass”) di tutti i sistemi e dei servizi gestiti da Vem. Si tratta di una funzionalità unica e altamente operativa che consente un potenziamento generazionale rispetto alla “versione precedente” MyVem, consentendo ora di osservare, comprendere, ma soprattutto di agire partendo da un unico punto di osservazione. In Glass, infatti, telemetrie e log confluiscono in motori di correlazione che generano allarmi quasi in tempo reale, mentre l’assistente virtuale guida la ricerca delle informazioni e abilita interventi automatizzati. Una visibilità che si affianca all’autonomia, dove una quota importante di controllo è affidata ai clienti, che possono schedulare job di verifica e remediation o attivarli all’evento, trasformando l’osservabilità in prevenzione e risposta.

Halo eleva questa visione alla difesa cyber grazie alla collaborazione con Trend Micro, che attraverso l’analisi profonda delle telemetrie EDR e l’accesso ai dati di basso livello consente correlazioni più ricche e casi d’uso nuovi, incluse iniziative congiunte di difesa digitale rivolte alle micro e piccole imprese, dove la protezione spesso non è proporzionata ai rischi.

Infine, il progetto di SOC AI, che si può considerare come tassello successivo, che vede moduli di machine learning e agenti intelligenti che lavorano sull’identificazione dei contesti rilevanti e sulla classificazione degli eventi, accelerando i tempi di analisi degli operatori e liberando energie verso le attività a più alto impatto. Non per sostituire competenze, ma per amplificarle, in una logica di collaborazione uomo-macchina che si traduce in pipeline operative più veloci, documentate e ripetibili.

Tutto questo è frutto di un’orchestrazione che non è episodio isolato, ma costruzione nel tempo, che unisce il know-how tra società del Gruppo Vem e interlocutori esterni. Ognuna porta il suo contributo in concerto con le altre: MyDev, la software house del gruppo specializzata nello sviluppo applicativo, guida la realizzazione del codice; Certego, concentrata su sicurezza e telemetria di rete, cura l’architettura distribuita dei sensori e presidia l’ingegneria di rete e l’osservabilità, mentre Neen, provider di servizi cloud e hosting gestito, sostiene l’erogazione dei servizi sul cloud proprietario. Sul piano della user experience, Glass si arricchisce poi grazie a contributi esterni, mentre l’adozione di soluzioni open source permette di sviluppare più rapidamente il progetto e di adattarlo facilmente a nuove esigenze o evoluzioni tecnologiche.

Ma a guidare il disegno del progetto è comunque l’ascolto dei clienti – rivela Bubani –. A partire dalla survey avviata lo scorso anno e dalle sessioni di co-design, la roadmap integra progressivamente le esigenze operative emerse e i requisiti di servizio da considerare per accompagnare la crescita e la complessità degli ambienti in cui le aziende si trovano via via a operare.

Ricerca e università: la scienza lavora “con” le aziende, non “per” le aziende

Ma la collaborazione esce anche dal perimetro del gruppo e, quando incontra la ricerca scientifica, anche la tecnologia amplia la propria prospettiva e diventa strumento di crescita condivisa, generando valore per le imprese e per il territorio. Paola Verrucchi, ricercatrice presso l’Istituto dei Sistemi Complessi del CNR e docente di meccanica quantistica all’Università di Firenze, riporta la scienza al suo principio più profondo, quello dell’entanglement, un legame invisibile che mantiene connesse le particelle anche quando si trovano a grande distanza. Una metafora che descrive il modo in cui università, centri di ricerca e imprese possono restare intrecciati in un rapporto di collaborazione continua, in cui lo scambio di conoscenze alimenta nuova energia progettuale. Un approccio che si ritrova anche nella visione di Vem Sistemi, dove la connessione con il mondo accademico si traduce in un ecosistema di ricerca applicata che trasforma la conoscenza scientifica in strumenti concreti per la sostenibilità, l’efficienza e la sicurezza digitale. Prova ne è che insieme all’Università di Modena e Reggio Emilia. Gruppo Vem sta dando vita a uno spin-off universitario, Refero AI, che vedrà la partecipazione di Certego e di tre professori dell’ateneo, con l’obiettivo di creare quel SOC AI, governato, appunto, dall’intelligenza artificiale, cui accennavamo prima, che potrà dare il suo contributo aumentando la velocità e la precisione di analisi e risposta, agevolando il lavoro degli operatori, oltre che a beneficio dei costi complessivi del servizio.

Iniziative che non restano confinate all’ambito tecnico ma vanno a rafforzare il tessuto territoriale, creando occasioni di formazione, tirocini e dottorati industriali che avvicinano i giovani al mondo del lavoro e portano competenze fresche nelle aziende. È una direzione che rispecchia anche la prospettiva di Rita Cucchiara, rettrice in pectore di UniMoRe, secondo cui la ricerca non deve limitarsi a lavorare “per” le imprese, ma “con” le imprese, costruendo insieme nuovi percorsi di innovazione. Su questa linea, Vem continua a investire nella formazione e nell’incontro tra didattica e industria, trasformando la conoscenza in esperienza e rendendo la crescita delle competenze parte integrante dello sviluppo del territorio.

Una rete di reti: Quando l’AI è infrastruttura, gli agenti lavorano insieme. Anche con noi

Proprio da questo terreno condiviso, dove cultura tecnologica e collaborazione si alimentano a vicenda, prende forma la nuova evoluzione digitale. Ed è la tecnologia stessa a beneficiare degli effetti di questa collaborazione, che si manifestano quando le reti dialogano e convergono. E quando l’intelligenza artificiale diventa parte integrante dell’infrastruttura, la rete cambia davvero pelle. “L’intelligenza artificiale si può considerare come una nuova rete di reti – osserva Gianmatteo Manghi, amministratore delegato di Cisco Italiain cui agenti digitali cooperano, prendono iniziative entro un perimetro di vincoli dichiarati e scambiano evidenze e risultati. È il passaggio dai modelli generativi intesi come strumenti a uno in cui gli agenti lavorano insieme a noi, dalla scrittura di una mail all’attivazione di un servizio, dalla triage dei ticket di assistenza alla preparazione di offerte sui nuovi mercati dinamici”.

Una trasformazione che chiama in causa anche la responsabilità di progettare una sicurezza adatta ai nuovi flussi di dati, definire principi di utilizzo e investire in competenze. Come ha ricordato Cisco, questa evoluzione si muove lungo tre direzioni complementari: l’integrazione dell’intelligenza artificiale nelle soluzioni di collaborazione, gestione e automazione; la progettazione di infrastrutture ottimizzate per i carichi di lavoro dell’AI, sviluppate con partner come Nvidia e Red Hat; e una difesa estesa, che tutela applicazioni, pipeline e dati lungo tutta la catena, dalla connettività al controllo dei servizi. È una visione che Vem condivide pienamente e che si riflette nel modo in cui progetta le proprie architetture, con un’attenzione crescente all’interoperabilità, alla sicurezza e alla continuità dei servizi.

Il caso BPER. Progetti fatti insieme a cliente e partner

E quando nel progetto, oltre al contributo del partner tecnologico, c’è anche quello del cliente stesso, i risultati riescono ad andare oltre le aspettative. È quanto Vem ha avuto modo di sperimentare con BPER, che nel percorso di evoluzione del suo campus di Modena è riuscita a modernizzare e consolidare i data center senza mai interrompere il servizio, mantenendo la massima attenzione agli aspetti di resilienza e sostenibilità. Il progetto, realizzato insieme a Schneider Electric, ha portato miglioramenti alla governance energetica, all’ottimizzazione del raffreddamento e alla distribuzione elettrica, con indicatori di efficienza in crescita e un controllo puntuale dei parametri ambientali.
L’architettura rinnovata diventa così la base per un’infrastruttura più resiliente e scalabile, capace di sostenere la crescita del volume di dati e l’integrazione di nuovi servizi digitali, riducendo al tempo stesso i consumi e semplificando la gestione. Una piattaforma che garantisce continuità alle operazioni bancarie, supporta l’adozione di soluzioni cloud e di automazione e crea le condizioni per evolvere in modo ordinato, mantenendo stabilità e trasparenza nei processi.

Si apre così una nuova generazione per i servizi offerti da Vem Sistemi, che nascono dalla condivisione progettuale ma che devono affidarsi a una infrastruttura anch’essa evoluta. Da qui il potenziamento di Neen, la cloud company del Gruppo Vem, che eroga servizi dal proprio data center a Milano, la quale ha avviato un piano di investimenti per rafforzare la tecnologia e raddoppiare la disponibilità passando da una a due availability zone, con l’obiettivo di offrire elasticità, prossimità del dato e modelli di erogazione ritagliati sui requisiti dei clienti, con strumenti di governance che facilitano il disaccoppiamento tra applicazioni e risorse. “Non un “posto remoto” dove spostare workload, ma un modo nuovo di progettare che mette insieme scalabilità, controllo e automazione, così da collegare direttamente gli obiettivi di business con le scelte architetturali” conclude Bubani.

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