Microsoft AI Tour: al via l’innovazione che fa bene al Paese

Ma serve sviluppare una cultura aziendale e formare professionisti. Microsoft ci mette tecnologia e supporto

Velocizzare l’innovazione senza perdere controllo e qualità. Migliorare la produttività aziendale in un contesto economico ancora incerto. Affrontare la transizione ecologica con strumenti digitali in grado di ottimizzare risorse e consumi. Colmare un gap di competenze che rischia di rallentare la competitività. Queste sono solo alcune delle esigenze più pressanti che oggi attraversano trasversalmente il tessuto industriale italiano, pubblico e privato. A queste si aggiunge un’esigenza ormai imprescindibile, che è comprendere e adottare l’intelligenza artificiale, non come soluzione isolata, ma come parte integrante di processi, strategie e cultura organizzativa. Questi i temi che  hanno animato il Microsoft AI Tour, l’evento che ha trasformato il Palazzo del Ghiaccio di Milano in un hub dell’innovazione, riunendo oltre 2.000 partecipanti tra imprenditori, sviluppatori e decision maker. Non una celebrazione, nonostante coincida con il doppio anniversario di Microsoft, che compie 50 anni nel mondo e i 40 di presenza in Italia, ma un’occasione concreta di confronto sui percorsi di trasformazione già avviati e sulle prospettive che l’intelligenza artificiale sta disegnando per il futuro delle aziende italiane e dell’intero Paese.

L’AI decide, e non è un accessorio. Le aziende si affidano all’AI agentica

L’intelligenza artificiale non è una moda, ma una tecnologia che sta diventando sempre più pervasiva, proprio come lo sono state Internet o l’elettricità – ha dichiarato Vincenzo Esposito, amministratore delegato di Microsoft Italia, aprendo i lavori dell’evento –. È una tecnologia che sta ridefinendo il ruolo stesso delle aziende, che si stanno trasformando in vere e proprie core AI company, ossia realtà in cui l’AI non è più una funzione accessoria, ma un elemento centrale su cui si basano i processi decisionali, i modelli operativi e l’offerta di valore. La nuova generazione di intelligenza artificiale, generativa, contestuale e sempre più autonoma, sta via via diventando una risposta concreta alle diverse esigenze di innovazione del tessuto produttivo italiano, proponendosi con strumenti in grado di accelerare la trasformazione tecnologica delle singole realtà, ma anche di amplificarne l’impatto positivo sull’intero Paese”.

E tra le trasformazioni più incisive in corso, che siano in grado di cambiare la logica dell’innovazione c’è l’evoluzione “agentica” dell’intelligenza artificiale, che propone un nuovo modello di integrazione delle tecnologie nei processi organizzativi, con i sistemi intelligenti di nuova generazione che non si limitano più ad assistere l’utente, ma interagiscono in maniera proattiva, imparando dal contesto, adattandosi alle situazioni e prendendo decisioni autonome.

Una transizione che permette di rinnovare i modelli operativi rendendoli più flessibili e orientati all’efficienza, grazie a un’AI in grado di inserirsi nei processi quotidiani e dare un contributo concreto al raggiungimento degli obiettivi aziendali, liberando tempo e risorse da impiegare in attività strategiche e ad alto valore.

Risultati tangibili. Microsoft conta il 75% di aziende che già hanno visto benefici al primo anno

I benefici sono ormai riscontrabili. L’adozione dell’intelligenza artificiale, soprattutto nella sua forma generativa, sta già portando risultati concreti. A livello aziendale, Microsoft riscontra che il 47% delle aziende italiane che si sono affidate a soluzioni basate su AI ha visto un miglioramento della produttività superiore al 5%, con effetti positivi riscontrati già nel primo anno di adozione per il 75% delle imprese. Secondo IDC, ogni dollaro investito in queste soluzioni genera in media un ritorno di 3,7 dollari, a dimostrazione dell’impatto positivo sull’efficienza, sui processi e sul valore creato dalle aziende, descrivendo l’AI come moltiplicatore di valore, in grado di accelerare l’innovazione e creare nuove opportunità di crescita.

Prospettive che sono altamente positive anche sul piano macroeconomico, con il Gruppo TEHA che stima che l’uso diffuso dell’AI possa portare a un incremento del PIL italiano di oltre 300 miliardi di euro nei prossimi 15 anni. Praticamente una “seconda Lombardia” a riprova di come i vantaggi dell’uso dell’AI non restino relegati alla competitività delle singole aziende ma si estendano allo sviluppo economico dell’intero Paese.

Copilot assiste e velocizza il lavoro quotidiano

Ma la crescita basata sull’innovazione ha bisogno di un aiuto. Di fronte alla crescente complessità dei processi aziendali e alla necessità di accelerare la trasformazione digitale, le aziende cercano strumenti capaci di semplificare il lavoro quotidiano, migliorare la produttività e supportare decisioni sempre più rapide e informate. E Copilot è l’aiuto concreto basato sull’AI Gen con cui Microsoft risponde a tali esigenze, integrandosi negli ambienti Microsoft 365 e offrendo un assistente virtuale che affianca le persone nelle loro attività, dall’elaborazione di documenti alla gestione delle riunioni.

Con Copilot vogliamo rendere l’AI un alleato quotidiano per ogni lavoratore, riducendo il tempo dedicato alle attività ripetitive e valorizzando il potenziale umano – ha spiegato Juarez Barbosa Junior, direttore della divisione Sicurezza e Modern Work di Microsoft Italia –. Le aziende italiane stanno dimostrando un interesse crescente verso queste tecnologie, consapevoli del loro impatto positivo sulla produttività e sul benessere delle persone, e la nostra priorità è accompagnarle in questo percorso con soluzioni affidabili, sicure e pensate per integrarsi al meglio nel loro modo di lavorare”.

Azure AI Foundry rende l’AI accessibile e scalabile

Ma un’adozione diffusa e consapevole dell’intelligenza artificiale ha bisogno di essere guidata. È proprio in quest’ottica che Microsoft ha presentato Azure AI Foundry, una piattaforma pensata per accompagnare le imprese nello sviluppo e nella gestione di soluzioni AI personalizzate, combinando semplicità operativa, sicurezza e possibilità di scalare rapidamente.

Con oltre 1.800 modelli già disponibili, AI Foundry consente alle aziende di costruire agenti intelligenti e applicazioni su misura in tempi ridotti, accelerando il time-to-market e mantenendo alti standard di protezione dei dati. La piattaforma si propone come un ambiente completo e flessibile per integrare l’AI nei processi aziendali, supportando la trasformazione digitale in chiave strategica.

Vincenzo Esposito, AD di Microsoft Italia, sul palco del Microsoft AI Tour

Per diventare davvero una core AI company – ha dichiarato nel suo intervento all’AI Tour Asha Sharma, Corporate Vice President di Microsoft – le aziende devono ripensare non solo le applicazioni, ma anche l’intera architettura tecnologica su cui si basano. Serve un approccio che integri in modo coerente cloud-native, edge computing e modelli fondazionali, così da rendere possibile lo sviluppo e la gestione di soluzioni AI su larga scala, in modo efficiente e sostenibile. È esattamente ciò che abilita Azure AI Foundry”.

Realtà diverse hanno già progetti da mostrare. Aiutati dal Microsoft AI L.A.B.

Il Microsoft AI Tour è stato anche un momento per riportare l’attenzione su progetti già realizzati all’interno degli AI L.A.B. di Microsoft, dimostrando come l’intelligenza artificiale stia già contribuendo, in modo concreto, all’evoluzione di settori chiave del Paese. Dal pubblico al privato.

A Roma, il Comune ha avviato un percorso di innovazione volto a migliorare la qualità della vita dei cittadini appoggiandosi all’intelligenza artificiale, dove gli algoritmi vengono utilizzati per ottimizzare i servizi pubblici e supportare la gestione dei flussi urbani. Nel settore industriale, Brembo ha iniziato una sperimentazione nell’ambito della manifattura intelligente, utilizzando l’AI per il monitoraggio predittivo delle linee produttive e per il miglioramento della qualità, con l’obiettivo di anticipare eventuali criticità, ridurre gli scarti e ottenere una maggiore affidabilità dei processi. Sace, realtà del mondo assicurativo e finanziario, ha invece adottato modelli di intelligenza artificiale generativa per potenziare la valutazione del rischio e rendere più personalizzate le interazioni con clienti e partner.

Esempi che confermano come l’intelligenza artificiale sia in grado di adattarsi a esigenze e contesti differenti, fungendo da catalizzatore nei processi di trasformazione sia nel pubblico che nel privato. In ogni caso, il fattore tecnologico da solo non basta: a fare la differenza è anche la capacità delle aziende di promuovere una cultura dell’innovazione, favorendo l’adozione consapevole e condivisa di nuovi strumenti e nuovi approcci.

Asha Sharma, Corporate Vice President di Microsoft durante il suo intervento al Microsoft AI Tour

Il nodo della cultura aziendale e della formazione sull’AI

Infatti, a rallentare la diffusione dell’intelligenza artificiale in Italia non è la tecnologia, ma la carenza di competenze. I dati mostrati sono quelli di IDC, che danno il 45% delle imprese che fatica a trovare professionisti qualificati, oltre al fatto che l’Italia risulta solo sedicesima tra i Paesi OCSE per preparazione sul tema.

Microsoft dal canto suo ha avviato AI L.A.B. anche con questo scopo, puntando a formare un milione di persone entro il 2025. L’iniziativa, ricordiamo, sta coinvolgendo un ecosistema di partner di diverso tipo, dai consulenti, ai system integrator, ISV e distributori ma anche università, in modo da creare un “team” esteso a supporto delle aziende che intendono integrare tecnologie di AI. A un anno dal suo lancio, hanno già aderito oltre 400 aziende, con 600 progetti già realizzati sul territorio.

Una strategia, quella di Microsoft nel percorso verso l’AI, che il vendor sostiene con una continua evoluzione e potenziamento delle proprie tecnologie. Dal processore quantistico Majorana 1, primo al mondo basato su qubit topologici, alle applicazioni dell’AI nei settori della meteorologia, della chimica e della farmacologia, con strumenti capaci di accelerare la ricerca e migliorare la resilienza ai disastri naturali. Innovazione che si accompagna all’impegno verso obiettivi ambientali a dir poco ambiziosi, ossia diventare carbon negative, water positive e zero waste entro il 2030, con impatto positivo sul territorio già entro il 2025. E l’intelligenza artificiale anche in questo aspetto può dare un grande contributo. Ci sono quindi tute le premesse affinchè, per le aziende italiane, questo sia l’anno della concretizzazione dei progetti sull’AI. Le tecnologie ci sono, bisogna però crederci e insistere su investimenti, cultura e formazione.

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