Infrastrutture più vicine, più veloci e più affidabili: è questa la richiesta che arriva oggi dalle imprese, anche quelle lontane dai grandi centri, che hanno fatto del digitale il motore della propria competitività. L’innovazione è ormai distribuita e non nasce più solo nei grandi hub, ma in ogni angolo del territorio. In un Paese come l’Italia, dove la produzione industriale è diffusa e ramificata, la domanda di soluzioni locali, performanti e sostenibili è in forte crescita. Mediterra DataCenters nasce per rispondere a questa esigenza, portando in Italia – a partire da Milano – una nuova visione di infrastruttura digitale, con l’obiettivo di costruire una rete di data center capillare, interconnessa e vicina ai territorii.
“L’Italia è un mercato strategico – spiega Emmanuel Becker, CEO di Mediterra –. Con il nostro arrivo non vogliamo costruire un altro grande hub, ma portare l’infrastruttura dove serve davvero: vicino alle imprese e alle comunità”. Il primo investimento è stato fatto a Roma, con l’acquisizione e il potenziamento del primo data center carrier-neutral della Capitale, già certificato Tier IV. Da qui partirà l’espansione verso il Centro-Nord e, successivamente, verso il Sud, con l’obiettivo di accompagnare la trasformazione digitale dei principali distretti industriali, dal manifatturiero all’agroalimentare, dall’automotive al farmaceutico.

La strategia di Mediterra: velocità, prossimità e inclusività
Sostenuta dal fondo PEIF III da 3 miliardi di euro gestito da DWS Infrastructure, Mediterra ha già in pipeline diversi progetti pronti a partire entro l’anno. L’approccio modulare e scalabile, basato su impianti in media tensione, consente di ridurre drasticamente i tempi di realizzazione: non anni, ma pochi mesi.
“La velocità è fondamentale – commenta Alessandro Mussari, senior principal di DWS –. Vogliamo offrire risposte concrete già nel brevissimo termine, a partire dai siti in fase di sviluppo su Roma e sull’intero territorio nazionale. DWS punta ad accompagnare Mediterra nei suoi piani di sviluppo, inizialmente focalizzati su Roma e sull’ampliamento della presenza in Italia, attraverso investimenti mirati che dovrebbero concretizzarsi già entro l’anno. L’espansione prenderà avvio dal Centro-Nord, per poi proseguire rapidamente verso il Sud del Paese. In seguito, l’obiettivo sarà estendere le attività negli altri Paesi del Sud Europa, in particolare lungo il bacino del Mediterraneo. Guardando oltre, i data center di Mediterra potranno poi diventare un punto di riferimento anche per i clienti provenienti da aree più arretrate, situate a sud ed est del Mediterraneo”.
Alla guida di Mediterra c’è un team con competenze trasversali: infrastrutture, tecnologia, industria, finanza. Un mix di esperienze che permette all’azienda di comprendere a fondo le esigenze dei clienti e di trasformarle in soluzioni concrete.
“Non siamo semplici fornitori di spazio e potenza – prosegue Becker –. Vogliamo contribuire alla crescita dei territori, attivare nuovi modelli di sviluppo, creare valore reale”. Valori e metodi che Mediterra vuole portare anche oltre confini nazionali, prevedendo, dopo l’Italia, di replicare il proprio modello in Spagna, Francia e Portogallo, esportando una nuova idea di infrastruttura digitale fondata su prossimità, qualità e sostenibilità.
Innovazione per tutti. Mediterra fa accedere le PMI al digitale
Un modello democratico, dicevamo, che tende a promuovere l’innovazione a un più vasto ambito di imprese, per settore e dimensione. Mediterra, infatti, non si rivolge solo alle grandi aziende, ma punta a rendere disponibili servizi digitali evoluti anche a realtà medio-piccole, spesso escluse dagli hyperscaler. Attivando un ecosistema di partner tecnologici, system integrator e operatori di rete, l’azienda vuole estendere la copertura delle infrastrutture su tutto il territorio, contribuendo alla transizione digitale di imprese e pubbliche amministrazioni. Una rete distribuita, neutrale e flessibile che accoglie operatori cloud, servizi di sicurezza, edge computing e soluzioni di intelligenza artificiale, offrendo massima affidabilità e integrazione con i carrier nazionali e internazionali.
“Particolare attenzione sarà data all’intelligenza artificiale, e a quelle soluzioni verticali per automotive, chimico, farmaceutico e finance – riprende il CEO di Mediterra -, ambiti per i quali la prossimità del dato, la disponibilità continua e la capacità di scalare rapidamente sono fattori decisivi, soprattutto per le PMI altamente specializzate che non hanno bisogno di infrastrutture iper-massive, ma di ambienti performanti e agili”.
Sostenibilità e sovranità digitale nel modello Mediterra
Sostenibilità e sovranità digitale sono tra i principi a cui si ispira la progettazione di un’infrastruttura pensata per contribuire allo sviluppo locale e nazionale. Ogni scelta tiene conto dell’impatto ambientale, privilegiando la riqualificazione di spazi esistenti per evitare nuovo consumo di suolo e adottando tecnologie ad alta efficienza energetica.
“I nuovi data center, non saranno cubi di cemento – assicura Becker -, ma strutture pensate per valorizzare il paesaggio, contribuire allo sviluppo economico delle regioni e creare nuove opportunità occupazionali. In questo senso, ogni investimento vuole generare non solo valore per i clienti, ma anche benefici sistemici per il Paese”. In questa stessa logica si inserisce l’obiettivo di sostenere la transizione energetica del Paese, sostituendo migliaia di CED aziendali obsoleti, spesso inefficienti e ad alto impatto, con poli regionali moderni, connessi ed efficienti. Data center capaci di ridurre fino a dieci volte i consumi rispetto alle strutture tradizionali, liberando risorse per usi strategici e migliorando le performance ESG delle imprese.
Allo stesso tempo, il progetto punta a valorizzare le competenze dei territori, promuovendo occupazione qualificata e contribuendo alla creazione di un ecosistema inclusivo. A completare questa visione, la garanzia di una piena sovranità dei dati: con il modello distribuito proposto da Mediterra è possibile rafforzare la data residency e consentire a imprese e istituzioni di mantenere il controllo sulle informazioni critiche all’interno dei confini nazionali, anche in un contesto geopolitico instabile.









