La sicurezza deve essere facile da gestire

«La ricerca deve tendere a semplificare la sicurezza, per fare in modo che diventi una priorità di tutti i manager di alto livello»

In un settore, quale quello dell’Ict, che si sta progressivamente consolidando intorno a poche grandi realtà “tuttofare”, la scelta della focalizzazione sulle appliance di protezione non solo è sostenibile anche in futuro ma, addirittura, premiante. È l’opinione di Gil Shwed, co-fondatore e Ceo dell’israeliana Check Point Software Technologies. In un incontro con Lineaedp, il manager illustra la sua ricetta per una “buona innovazione” in azienda, che fa perno su ricerca e sviluppo in primis, ma che non esclude anche l’opportunità di valutare la bontà delle tecnologie già presenti sul mercato per farle proprie, attraverso opportune acquisizioni. «La volatilità dei mercati finanziari non influenza la nostra propensione a innovare – esordisce Shwed -. Siamo una public company quotata al Nasdaq e certo non possiamo sostenere che l’andamento delle Borse internazionali non ci tocchi, tuttavia le fluttuazioni del titolo sono assolutamente svincolate rispetto a quello che è l’impegno a investire per migliorare la nostra tecnologia. Basti pensare che circa 700 persone, sulle 1.900 che compongono il nostro organico, sono impegnate nelle attività di ricerca e sviluppo. Queste assorbono circa il 12% del nostro giro d’affari, quindi una quota decisamente considerevole».

Sforzi consistenti, quindi, indirizzati soprattutto al miglioramento delle soluzioni esistenti più che alla scoperta di nuove tecnologie. Il manager sembra piuttosto disincantato, infatti, in merito alle probabili “rivoluzioni tecnologiche” del settore Ict e del comparto della sicurezza in particolare. «Non si può replicare il successo di Internet – si dice convinto -. Check Point è stata creata nel 1993 e il Web ha iniziato la propria “esplosione” nel 1995/96. Pochi, allora, erano consci degli effetti che avrebbe avuto non solo sul settore Ict, ma sulla nostra vita quotidiana. Io ho compreso da subito l’impatto di questa “ondata”, orientando il business della mia azienda verso la protezione dalle insidie della Rete, mentre altri non sono stati in grado di farlo. Adesso, però, non vedo all’orizzonte un altro evento così dirompente. Piuttosto, nel mercato della sicurezza, che è quello che conosco meglio, credo che in futuro si verificherà una serie di piccole rivoluzioni, all’interno di specifici ambiti tecnologici, ma senza grandi scossoni». Un esempio concreto di questo trend, secondo il manager, è il mercato dei sistemi operativi: ciascuna versione di un Os apporta delle differenze sostanziali rispetto alla precedente, pur tuttavia non si può parlare di una vera e propria rivoluzione, perché l’unico cambiamento epocale è avvenuto una decina di anni, fa con il rilascio di Windows 98. «La sola tecnologia dirompente degli ultimi tempi è la virtualizzazione – sostiene – che, peraltro, ha influenze positive anche sul fronte della sicurezza, perché il consolidamento implica, in linea di principio, un miglior controllo delle risorse e di quelle It nello specifico. Tutto questo è la base per una miglior protezione». E in un comparto, quale quello dell’Ict, che si sta progressivamente concentrando intorno a poche, enormi, realtà “tuttofare”, la voce del manager suona un po’ “fuori dal coro”. «Ritengo che la strategia che portiamo avanti da sempre – puntualizza -, ovvero quella del player puro, sia sostenibile, anzi necessaria. Il livello di sofisticazione delle minacce è tale per cui occorre mettere in campo le migliori risorse e l’eccellenza di uno specialista come noi è, oggi, particolarmente apprezzata da Cio e Cso». In realtà, il manager è conscio del fatto che occorre soppesare sapientemente gli ingredienti di una buona ricetta per l’innovazione. «A volte riusciamo ad anticipare internamente l’evoluzione – precisa -. Le R&D assorbono, infatti, una quota consistente delle nostre risorse e le sinergie con il mondo accademico sono all’ordine del giorno. In altri casi, invece, le tecnologie ci sono già e sono eccellenti, quindi l’acquisizione di realtà presenti sul mercato può rivelarsi la scelta vincente». Questo vale, soprattutto, a detta del manager, in un comparto, come quello della sicurezza, dove il tasso di dinamismo tecnologico è elevatissimo e, quindi, risulta veramente difficile coprire con lo sviluppo interno tutte le evoluzioni. «Anche per il futuro il ruolo della ricerca interna non è messo in discussione – puntualizza -. La validità tecnologica delle nostre soluzioni, infatti, è il miglior biglietto da visita con i Cio e i Cso che, oggi, sono sempre più di frequente manager di alto livello, chiamati a giocare un ruolo fondamentale in azienda. Da un lato, infatti, il mercato della sicurezza è guidato dalle normative, sempre più stringenti, in materia di tutela dei dati e della privacy e la pressione sul top management è, quindi, sempre più alta. Dall’altro, le strategie di protezione dell’azienda sono sempre più pervasive, a prescindere dai vincoli normativi». Ecco perché, conclude Shwed, l’azienda investe considerevolmente nella facilità d’uso e installazione dei propri prodotti «quindi nel migliorare la comprensione delle nostre soluzioni, che risulta una condizione fondamentale per far entrare la protezione dei sistemi It tra le priorità dell’amministratore delegato e non solo nell’agenda dei Cio».

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci il tuo nome