Al 9° Tmt Summit del Sole 24 ore si discute dei nuovi modelli di business del mondo dei media
Tante le domande, ma per le risposte ci vorrà ancora del tempo. In viale Monterosa a Milano presso la sede del Sole 24 Ore si è discusso di convergenza al 9° Tmt summit (Tecnologia, media, Telecomunicazioni) con i principali nomi delle telecomunicazioni oltre a Carlo Alberto Carnevale Maffé, docente della Bocconi, che come suo solito non ha risparmiato giudizi sferzanti.
Un concetto in evoluzione quello della convergenza con Marc Vos, partner e managing director di The Boston Consulting Group che ha tracciato un quadro evolutivo del termine che dall’aspetto tecnologico (ciò che è tecnicamente possibile) è cambiato per toccare l’aspetto commerciale (ciò che si vende in bundle) per arrivare al momento attuale dove la convergenza è ciò che il consumatore vuole e utilizza davvero. L’aspetto meramente tecnologico passa in secondo piano per lasciare il posto a concetti come user experience e all’eempio di Apple che è riuscita a creare il suo ecosistema fatto di iTunes, iPod, iPhone e Apple tv.
Ma Apple non è l’unica a percorrere con successo la strada della convergenza. Voos ha ricordato anche le esperienze di U-verse (l’Iptv di At&t) e i-player della BBc che permette per trenta giorni di rivedere online i programmi della tv britannica. Un servizio, ha ricordato, ”che vale il 5% del totale del traffico Internet in Uk”.
Mentre la convergenza si fa strada offrendo nuovi servizi, i vecchi continuano a rimanere in piedi e, magari, ad assicurare i gli introiti che la nouvelle vague non è ancora in grado di offrire.
Il business model è stato uno degli argomenti della tavola rotonda durante la quale è emerso il momento difficile degli editori, probabilmente quelli che più soffrono il cambio di situazione. “Hanno perso il monopolio dell’offerta di contenuti” ha affermato con forza Carnevale Maffé, secondo il quale il contenuto non è più un asset patrimoniale dal momento in cui diventa digitale. In più, il cliente finale, grazie a Nokia e altri nomi del mercato è diventato proprietario dei mezzi di produzione. “La vera convergenza – ha affermato il docente della Bocconi – è fra domanda e offerta, fra giornalista e lettore”.
E allora, forse, il futuro sta nella cooperazione, come suggerisce Stefano Venturi, amministratore delegato di Cisco, o nella informazione professionale come pensa Pietro Guindani di Vodafone. Oppure, bisogna aspettare l’arrivo del mitico foglio elettronico che scaricherà dalla rete i contenuti e che regalerà un’altra rivoluzione al mondo dei media che nel frattempo cerca di ragionare su quel 43% di giovani che vede la Tv e contemporaneamente commenta con gli amici tramite instant messenger.





