Medie imprese:cresce la produttività ma anche la forza lavoro

Secondo il rapporto i prezzi sono aumentati perché i prodotti sono più qualificati. E chi ha brevetti esporta di più

Più che la produttività hanno fatto crescere forza lavoro e prezzi. Dati che Unioncamere considera comunque positivi ma che forse tradiscono un limitato ricorso alle nuove tecnologie. Il modello delle medie imprese si traduce, secondo il rapporto Unioncamere, in un aumento del 3,2% della produttività del 19,3% della forza lavoro e del 15% dei prezzi.


“Tuttavia – afferma il rapporto –, sia l’incremento dell’occupazione sia quello dei prezzi deve essere interpretato positivamente: più occupati e, soprattutto, più occupati qualificati rappresentano evidentemente una condizione di benessere diffuso sul territorio; l’incremento dei prezzi, poi, altro non è che l’effetto di un processo continuo (e ben riuscito) di qualificazione delle produzioni”.
Nel periodo 2000-2005, il saldo tra aperture e chiusure di nuovi insediamenti produttivi e commerciali delle medie imprese (sotto forma di unità locali dell’impresa madre o di imprese controllate) è stato positivo per 1.003 unità.


Nell’89,6% dei casi i nuovi insediamenti sono stati realizzati/acquisiti nella stessa provincia in cui la media impresa ha la sede principale, a conferma del legame di queste aziende con il territorio d’origine. Se la media impresa mantiene le proprie radici produttive ben salde sul territorio di origine, guarda però con sempre maggiore attenzione anche alle possibilità di sviluppo offerte dai mercati esteri. Sono, infatti, 1.169 quelle che a tutto il 2005 operavano sui mercati esteri anche attraverso investimenti industriali o commerciali (+15,4% rispetto al 2000). Le medie imprese “multinazionali” hanno circa 80 mila dipendenti negli stabilimenti e nelle piattaforme commerciali al di fuori dei confini nazionali, ossia in media 68 in più rispetto a quelli che ciascuna di esse ha già in Italia.


L’innovazione rappresenta la leva principale per sostenere la competizione internazionale delle medie imprese. E quanto più si amplia la dimensione internazionale tanto più cresce l’esigenza di investire in innovazione (e viceversa), spingendo in alto il livello di rischio ma anche il rendimento del capitale. In questa chiave di lettura, le imprese con maggiori performance internazionali sono le innovatrici, che dall’operare immediatamente sui mercati internazionali traggono i volumi che giustificano i più elevati investimenti in innovazione.


Le medie imprese che hanno depositato brevetti comunitari nel periodo 2000-2005 esportano per una quota pari al 49,0% del proprio fatturato, mentre le medie imprese che non hanno depositato brevetti europei esportano il 31,0% del fatturato.

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