Gli LCDTV sul banco di prova

Il test di due modelli da collegare al PC e alla presa dell’antenna televisiva. Una valida soluzione per chi ha poco spazio e non pretende il massimo dalla funzione TV.

Aprile 2008 L’ affermata diffusione su scala mondiale delle soluzioni LCD ha portato alla nascita di soluzioni “ibride”: i monitor LCDTV sono infatti schermi in grado di funzionare sia come normali televisori, sia come monitor da utilizzare sul proprio personal computer.
La necessità di scegliere una soluzione di questo tipo può essere determinata dalla necessità di osservare, mentre si lavora dati finanziari o canali televisivi particolari, per tenersi informati e aggiornati, oppure per poter mostrare ad un cliente il proprio lavoro, presentazione o montaggio video che sia.
Un monitor LCDTV è un prodotto in grado di racchiudere due funzioni in un unico prodotto, rappresenta perciò una valida soluzione oltre che in ambiente domestico per risparmiare spazio, anche da integrare negli uffici o nei piccoli studi in cui c’è carenza di spazio e ottimizzare l’area di lavoro risulta vitale: PC Open Studio ha analizzato per voi questo particolare segmento e, attraverso il test di due soluzioni, ha messo in luce quale siano i parametri da tenere in particolare considerazione durante l’acquisto.

Lo standard HD e i monitor-TV
I monitor LCDTV, proprio per il loro utilizzo polivalente, devono presentare una risoluzione che sia in grado di fornire una soluzione adatta sia durante una sessione di lavoro sia durante la riproduzione dei canali televisivi. Per questo motivo, tutti i produttori, si affidano alle risoluzioni studiate per i monitor per PC, caratterizzati quindi da un dot-pitch (la dimensione del pixel) molto più piccolo di quello di un normale televisore LCD: la necessità infatti di visualizzare le lettere di un documento di testo in modo preciso e nitido, richiede perciò l’utilizzo di risoluzioni maggiori. Un esempio eclatante lo si può avere paragonando un comune monitor TV da 22” e un televisore LCD 32”: nel primo caso la risoluzione nativa sarà sicuramente di 1.680 x 1.050 punti, nel caso della seconda, nella maggior parte dei casi si avrà invece un 1.366 x 768. Parlare di alta definizione, collegandola ai monitor TV è sicuramente atipico: questi prodotti sono infatti prima di tutto monitor per PC, secondariamente televisori. Nonostante, infatti, siano in grado di supportare la risoluzione HD Ready e in alcuni casi (soprattutto nei modelli dai 24” in su) garantiscano anche la riproduzione di contenuti Full-HD, i classici loghi applicati sui normali TV LCD vengono utilizzati pochissime volte. Acquistare quindi un monitor LCDTV è diverso da scegliere un televisore, per questo motivo è bene osservare e valutare con attenzione alcune caratteristiche peculiari, che analizziamo in questa pagina.


Analisi del mercato
In questo particolare segmento, i player più importanti sono gli stessi che è possibile trovare nell’elettronica di consumo: la necessità di avere un marchio conosciuto, che richiami il grande pubblico ha infatti tagliato fuori marchi come HP o Dell, particolarmente famosi per la produzione di monitor, ma meno conosciuti sul mercato dei grandi volumi. Largo quindi a Samsung, Philips, LG, società del resto molto attive nel settore dei televisori.
Il canale di vendita più indicato per soluzioni di questo tipo è rappresentato dalla grande distribuzione: non solo è possibile trovare una vasta gamma di modelli, destinati a molteplici scenari di utilizzo, ma in molti casi sarà possibile anche risparmiare qualche euro.


Le caratteristiche da valutare



  • Connettività – Uno degli elementi più importanti da prendere in considerazione durante l’acquisto di un monitor-TV è rappresentato dal parco delle connessioni di cui questo dispone. La presenza di un ingresso SCART o composito consente infatti l’utilizzo di vecchi videoregistratori VHS, così come la presenza di una porta DVI o HDMI garantisce il supporto alla protezione HDCP per riprodurre correttamente i contenuti in alta definizione.
    In base quindi allo scenario di utilizzo nel quale il prodotto dovrà essere inserito è bene considerare quali possano essere le connessioni indispensabili e orientare l’acquisto in questa direzione.

  • Risoluzione – Tutti i produttori si affidano a pannelli originariamente sviluppati per essere collocati in normali monitor da PC: le risoluzioni sono quindi quelle caratteristiche di questo tipo di display. La maggior parte dei modelli attualmente in commercio utilizzano un rapporto 16:10, meglio conosciuto come Widescreen: oltre a ottimizzare l’area di lavoro, consentendo l’affiancamento di due fogli A4, e migliorando così l’efficienza, riesce a riprodurre in modo naturale, senza effetti di ridimensionamento, nel loro formato nativo i DVD.

  • Luminosità – con questo valore viene indicata la potenza della lampada utilizzata dal display: se per un utilizzo puramente lavorativo è consigliabile sfruttare una illuminazione di circa il 20-30%. è durante la visione di contenuti multimediali, con le luci spente, che questa caratteristica diventa realmente importante. L’impiego però di pannelli nativi per monitor da PC limita un po’ questo fattore, che per forza di cose, non risulta mai paragonabile a quello che sono in grado di raggiungere i televisori.

  • Angolo di visuale – Uno dei veri limiti che ha sempre contraddistinto la tecnologia LCD è rappresentato dall’angolo di visuale: a differenza delle soluzioni a tubo catodico, l’immagine riprodotta a schermo cambia colore e perde di luminosità a secondo della posizione da cui si sta osservando il display. Avere un pannello con un angolo di visuale limitato significa, nel caso di una presentazione di un progetto o di un lavoro a più persone, dover posizionare tutti in prossimità dello schermo, possibilmente osservandolo di fronte. Un monitor con un angolo di visuale superiore ai 160° sia sull’asse orizzontale, sia su quello verticale è in grado di ovviare, anche se in parte, a questo problema.

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