Uno spazio per sperimentare

Ha aperto i battenti a febbraio del 2007 ed è già stato visitato da diverse migliaia di persone l’Rfid Solution Center di Peschiera Borromeo, in provincia di Milano. Si tratta di un laboratorio di 800 metri quadri, all’interno del quale è possibile toc …

Ha aperto i battenti a febbraio del 2007 ed è già stato visitato da diverse migliaia di persone l’Rfid Solution Center di Peschiera Borromeo, in provincia di Milano. Si tratta di un laboratorio di 800 metri quadri, all’interno del quale è possibile toccare con mano i benefici della tecnologia dell’identificazione in radiofrequenza. «È un centro di testing e sperimentazione – dice Sergio Crippa, Manufacturing & Distribution marketing manager di Hp Italia – fondato da Politecnico di Milano, Hp e Intel. Vede la presenza di 6 docenti, 8 ricercatori e 6 consulenti Hp full time, oltre a una cinquantina di tesisti». Lo spazio è stato attrezzato con un’area dimostrativa, che permette di verificare le possibili applicazioni dell’Rfid sia all’interno dei magazzini di un’azienda che lungo tutta la filiera, coinvolgendo anche i trasportatori e i magazzini di stoccaggio esterni, per arrivare fino a un ipotetico punto vendita della grande distribuzione. Una facility all’avanguardia, all’interno della quale le aziende possono, ad esempio, inviare campioni di materiale sui quali testare le eventuali interferenze con i tag Rfid. «A poco più di un anno dall’apertura – prosegue – abbiamo avuto migliaia di visite e posso dire che i settori che hanno mostrato il maggior interesse per questo tipo di soluzioni sono senza dubbio la sanità e il manifatturiero, per i quali sono già disponibili diversi casi di successo». In realtà, il laboratorio è utilizzato non solo per eseguire studi di fattibilità, ma anche come fucina di innovazione. «Ne è un esempio concreto – sostiene Crippa – un esperimento che ci ha permesso di applicare tag Rfid a tutte le carte di un comune mazzo da gioco. Estraendo a caso una o più carte e riponendo il mazzo nel suo contenitore dotato di antenna, il sistema riconosce nel giro di pochi istanti le carte tolte dal mazzo. Non è il trucchetto di un mago ma neppure una banalità visto che, per eseguire questo giochetto, si è reso necessario uno studio piuttosto complesso sulle interferenze dei tag apposti a così breve distanza l’uno dall’altro».

Presso il centro sono state attive anche sperimentazioni sulla Memory Spot. Si tratta di una tecnologia propotipale per mini tag Rfid, delle dimensioni di un puntino, in grado di immagazzinare per ora 512 Kb (in futuro anche diversi megabyte) di dati multimediali, quali filmati e file Mp3. «Nei prossimi anni – puntualizza -, questo brevetto potrà cambiare completamente il modo di viaggiare e fare turismo. Sarà possibile, ad esempio, spedire una cartolina taggata ai propri amici, all’interno della quale saranno immagazzinate le foto più belle della nostra vacanza. Già oggi, invece, in alcuni parchi della Valle d’Aosta, all’ingresso viene fornito un palmare con all’interno un tag attivo, che si accende quando arriviamo in una determinata zona e ci illustra i punti panoramici o la flora circostante».

Un altro fronte sul quale il centro sta compiendo ricerche è quello dei pagamenti sicuri via cellulare che sfruttano l’identificazione in radiofrequenza. Con i telefonini Nfc (Near Field Communication), già oggi in commercio anche in Italia, è stato introdotto uno standard di cifratura dei dati che permette di utilizzare il cellulare alla stregua di una carta di credito, per autorizzare pagamenti e compiere acquisti, semplicemente avvicinandolo ad appositi lettori Rfid. «Si tratta di un sistema già utilizzato diffusamente in Cina e Giappone, che inizia a farsi strada anche negli Stati Uniti e che presto arriverà in Europa – si dice convinto Crippa -. Il cellulare Nfc, infatti, lavora su frequenze che sono utilizzate universalmente. Sono certo che questa tecnologia spingerà il livello di pervasività dell’identificazione in radiofrequenza verso confini finora impensabili».

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