Un giro d’affari globale di 917 milioni di dollari, con tassi di incremento medi del 30%, quasi tutti relativi a progetti uniaziendali
Il mercato dell’identificazione in radiofrequenza (Rfid) si avvia a una profonda transizione. Da un lato, infatti, quelli che erano semplici iniziative “pilota”, sperimentazioni più o meno ardite operate da realtà particolarmente lungimiranti, hanno ceduto il passo a veri e propri progetti. Dall’altro, anche il focus di queste iniziative è cambiato: inizialmente indirizzata dagli obblighi di legge, come è accaduto in Italia soprattutto nelle filiere agroalimentare e farmaceutica, la tracciabilità in radiofrequenza è divenuta, invece, un modo per riuscire a garantirsi risparmi più o meno consistenti nella gestione logistica.
I dati di Gartner, come si evince dai grafici, mettono in luce una situazione di generale crescita del giro d’affari legato a questo comparto, almeno per i prossimi 4 anni, sia per la componente hardware che per gli applicativi connessi.
Il consuntivo per il 2007 attesta a 917 milioni di dollari il giro d’affari mondiale legato alla tecnologia, pari a un incremento del 29%, in lieve flessione rispetto al +31% registrato l’anno precedente. Lo stesso analista ipotizza tassi di crescita consistenti, tanto che nel 2012 il fatturato globale dovrebbe raggiungere i 3,5 miliardi di dollari. In linea di principio, i progetti in corso, e quelli che verranno messi in piedi nel prossimo futuro, riguardano soprattutto la gestione degli asset e delle flotte, più che i beni non durevoli. In particolare, poi, la gestione degli inventari interni (instore), sta prendendo piede a prescindere dai vincoli di conformità alle norme di legge che, invece, in passato sono stati il driver principale di queste iniziative.
Nelle realtà più evolute del trasporto e della logistica, inoltre, si assiste a un interesse crescente nei confronti delle iniziative che combinano diverse componenti tecnologiche, quali l’identificazione in radiofrequenza e il posizionamento geografico (Gps). La maggior parte dei progetti rimane confinata alla sola realtà che implementa l’Rfid, senza impattare sui business partner o i trasportatori e questo soprattutto a causa della mancanza di standard che disciplinano la materia della frequenza di lettura dei tag (si veda in proposito il box). Il 65% delle iniziative avviate nel 2007 riguarda gli Stati Uniti, seguiti da Europa (23% dei progetti Rfid), Asia Pacifica (6%), Giappone (3%), America Latina (2%), Medio Oriente e Africa (1%). Le realtà manifatturiere sono state quelle più “dinamiche”, che hanno contribuito a generare oltre un quinto dei progetti (21%), seguite dalla Pa e dai trasporti a pari merito (20%), dal retail (14%) e dalla sanità (12%).





