La virtualizzazione in scena al Vmworld Europe
Se c’è un settore It che in questi ultimi anni sembra essere stato al riparo dalla generale tendenza delle aziende a tagliare i budget dei Cio, questo è quello degli strumenti di virtualizzazione. La ragione l’ha spiegata bene Diana Greene, fondatrice e Ceo di Vmware, l’azienda che più di altre ha beneficiato di questo momento, in apertura del primo Vmworld europeo che ha animato una Cannes fuori stagione con la presenza di 4.500 tra partner e clienti: «La virtualizzazione ha dimostrato che è possibile realizzare il sogno di tutti i Cio: fare di più con meno». Ossia meno server, e di conseguenza meno investimenti, ma anche meno spazio occupato dai data center, meno calore dissipato, meno energia consumata.
Il primo Vmword europeo è venuto al momento giusto per celebrare il superamento, da parte della società che è entrata nella sfera di Emc, della fatidica soglia del miliardo di dollari di fatturato (1,3 miliardi per la precisione) grazie a una crescita sul 2007 dell’88%.
Ciò è stato possibile per il fatto che la necessità alla riduzione delle spese ha spinto le aziende sulla strada della server consolidation (uno degli sbocchi d’elezione della virtualizzazione) un processo però che per sua natura non può durare all’infinito.
Peraltro sembra che stia per iniziare una prossima onda applicativa, quella che vede la virtualizzazione alla base di una nuova gestione operativa dei centri, basata sempre più sulla ricerca della massima business continuity, sull’attenzione al lifecycle management di tutti i componenti dei sistemi informativi, sulla necessità di assicurare sempre più alti livelli di servizio.
Ma l’evoluzione non si ferma qui perché è già iniziata anche la fase della virtualizzazione del desktop, un altro passo nella direzione della ri-centralizzazione dopo “l’ubriacatura” di decentralizzazione che ha portato il client-server. Anche su questo terreno Vmware si sente forte, in collaborazione con i suoi partner produttori di thin client, che finalmente potranno vedere realizzata la loro visione che fino a oggi non ha preso piede proprio per la mancanza di un robusto substrato di middleware.
All’appello non potevano mancare le applicazioni: grazie alla acquisizione di Thinstall e delle sue tecnologie, Vmware tra poco sarà in grado di fornire uno strumento di virtualizzazione delle applicazioni con cui, tra l’altro, si potranno convertire interi ambienti applicativi in singoli file eseguibili, caricabili su una chiavetta Usb. Per tornare al presente, sta avendo sempre più successo Vmware Esx Server 3i, un “hypervisor” che comincia a essere pre installato su alcuni blade server di Ibm, Hp, Fujitsu Siemens, Nec e sui PowerEdge di Dell.
Durante il Vmworld di Cannes sono stati anche annunciati quattro prodotti classificati nella categoria dei virtual machine management product. Si tratta di Lab Manager per il test e lo sviluppo di nuove applicazioni, di Stage Manager che supporta il cammino fino alla messa in produzione, di LifeCycle Manager per la gestione dell’intero ciclo di vita delle macchine virtuali e di Site Recovery Manager per realizzare la business continuity.





