Non sempre il 3D ce la fa

Il 90% circa dei progetti di Berchi Group è frutto di modifiche apportate di volta in volta a disegni bidimensionali esistenti. Solo il restante 10% (in prevalenza nell’area R&D) è realizzato utilizzando, fin dalle fasi iniziali, il 3D. Proprio per le …

Il 90% circa dei progetti di Berchi Group è frutto di modifiche apportate di volta in volta a disegni bidimensionali esistenti. Solo il restante 10% (in prevalenza nell’area R&D) è realizzato utilizzando, fin dalle fasi iniziali, il 3D. Proprio per le dimensioni dello “storico”, l’impresa parmense non sembra propensa all’adozione capillare della tecnologia tridimensionale, che comporterebbe cambiamenti non indifferenti nella produzione e, più in generale, nella mentalità aziendale. «Il fatto che i progettisti continuino a effettuare modifiche a penna su disegni bidimensionali esistenti è un chiaro segno che il 3D non è, almeno per ora, la nostra soluzione ideale», prende atto Antonio Riggio, production director di Berchi.

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