Quando il blog fa brand

Come l’uso del Web genera consapevolezza di marca

Ducati, Mandarina Duck, Lago, Gruppo Toscano: i corporate blog italiani non sono molti, ma iniziano a diffondersi. Si tratta di uno strumento low-cost, e quindi potrebbe benissimo adattarsi ai budget contenuti delle Pmi. In più offre alti ritorni a cavallo tra il marketing e le pubbliche relazioni. L’aspetto più interessante, difatti, è l’uso creativo del blog che si può fare.

Una media azienda americana, Denali Flavors, società che fa gelati e che ha un budget limitato per la comunicazione, utilizza i blog per costruire la brand awareness per Moose Tracks, il prodotto di punta. Il responsabile marketing John Nardini dice di avere sperimentato vari tipi di blog.

Quello che ha avuto più successo, però, non ha nulla a che fare con il business dell’azienda: si chiama Free money finance ed è gestito direttamente da Nardini. Costa, escludendo lo stipendio del manager che si dedica anche ad altro, 400 dollari l’anno. Ha 4.500 visite al giorno e incassa 30-40.000 dollari l’anno in pubblicità, che vanno in beneficienza perché a Nardini non interessano queste entrate. Il blog gli serve per mostrare il marchio del gelato Moose Track: «Speriamo che la gente veda il nostro marchio e poi vada nei negozi di alimentari e lo riconosca». A suo modo è geniale: un blog che non c’entra nulla con l’azienda ma che diventa un eccellente veicolo pubblicitario per il brand principale.

Molto più classico, invece, l’approccio del blog Ducati, (blog.ducati.com) dove si parla soprattutto di imprese, mentre le pagine Web di Mandarina Duck, (blog.mandarinaduck.com), gestite da più persone, buttano l’occhio anche oltre borse e zainetti per parlare di una mostra a New York o di quanto è brutto l’aeroporto di Taipei. Piccoli esempi di un modo nuovo di comunicare, che, però, non è adatto a tutti. Di certo c’è il fatto che per gestire un blog bisogna avere tempo e sapere scrivere.

Come conferma Andrea Andreutti, Web marketing manager di Samsung, intervistato per il libro “Blog in azienda” di Debbie Weil (Etas) dal curatore dell’edizione italiana Leonardo Bellini, per un blog aziendale «più che le risorse economiche è il tempo delle persone a essere essenziale. Prima di attivare un corporate blog ogni azienda deve capire se dal suo punto di vista il rapporto investimento/beneficio trova un equilibrio. Ciò che ha senso per una realtà può non averne per un’altra».

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