Come funziona il datacenter virtualizzato di Tele Sistemi Ferroviari.
Tele Sistemi Ferroviari, la spa nata dalla privatizzazione della divisione Ict del Gruppo Ferrovie dello Stato il cui azionista di maggioranza è Finsiel, ha implementato nel proprio datacenter le soluzioni Cisco e la tecnologia Application Control Engine (Ace) per creare un’architettura ridondata, a zero rischio di downtime, in grado di garantire la business continuity 24 ore al giorno per 365 giorni all’anno.
Il datacenter di Tsf era suddiviso in 5 centri. La società ha quindi provveduto a una progressiva virtualizzazione, suddividendo i centri in questione in 16 Ced virtuali, soluzione che ha permesso di rispondere ad esigenze di scalabilità e flessibilità per gestire i cambiamenti. A supporto del Ced virtuale è stato scelto di utilizzare un sito di disaster recovery esterno.
Il Ced co-primario così creato doveva però assicurare anche la business continuity, mantenendo il servizio operativo anche durante lo switch tra siti nel caso di interruzione del servizio sul sito principale.
A tale scopo Tsf ha disegnato un sistema di load balancing active/active tra siti, creando un’architettura di rete che permette di utilizzare contemporaneamente sia il sito primario sia il sito secondario. La soluzione ha portato a un risparmio sul costo degli apparati, poiché sono state acquistate l’80% delle risorse hardware che sarebbero state necessarie per creare due siti gemelli.
La scelta di adottare un sistema del tipo active/active, inoltre, ha permesso di sviluppare un sistema a zero rischio di downtime. Il fatto che i due siti siano sempre attivi garantisce una ridondanza intrinseca del sistema “zero downtime”, poiché, in caso di fermo di uno di essi, la rete sposta automaticamente sull’altro il 100% del traffico.
L’architettura preesistente era già basata su apparati Cisco, per cui si è provveduto ad un aggiornamento dei dispositivi di rete dei Ced con gli switch e router Cisco 6500. Usato anche l’Application Control Engine (Ace) di Cisco, una soluzione per la distribuzione delle applicazioni con un throughput in grado di raggiungere i 16 Gbps, sicurezza multi-layer e funzionalità di partizionamento virtuale. A questo è seguita la realizzazione del Ced co-primario e la messa in esercizio del collegamento tra i due siti in larghissima banda, con l’installazione degli apparati Cisco Ons 15000: i due siti comunicano senza ritardi apprezzabili, nonostante i 35 km di fibra metropolitana che li separano.
Per garantire il bilanciamento del traffico tra i due data center, in aggiunta agli apparati di bilanciamento dei singoli siti, sono stati implementati due “super-bilanciatori” adibiti allo scopo, interconnessi tramite tecnologia Dense Wawelenght Division Multiplexing (Dwdm) a fibra spenta.
Per Marco Barbalinardo, Responsabile Progettazione e Servizio rete-dati-fonia di Tsf, il consolidamento dell’asset tecnologico genererà risparmi sui costi operativi, oltre agli evidenti vantaggi derivanti dal significativo incremento di disponibilità delle applicazioni. L’affidabilità del sistema gli consente di effettuare upgrade o patching in operatività degli apparati, con bassi costi di esercizio dovuti all’assenza di un service provider per il collegamento tra i due siti, scalabilità ed espandibilità dell’architettura a costi marginali.





