Le cinque fasi che Linux dovrà percorrere per affermarsi secondo la visione di Gartner

Linux è veramente un’alternativa attuale allo strapotere di Windows oppure è meglio aspettare e attendere nuovi sviluppi? E in quali aree specifiche il sistema operativo del pinguino ha già preso piede, in quali è diventato uno standard e in quali inve …

Linux è veramente un’alternativa attuale allo strapotere di Windows oppure è meglio aspettare e attendere nuovi sviluppi? E in quali aree specifiche il sistema operativo del pinguino ha già preso piede, in quali è diventato uno standard e in quali invece non ha ancora trovato un riconoscimento condiviso?

Una risposta autorevole a queste ed altre domande simili la possiamo trovare in uno studio piuttosto corposo (29 pagine), realizzato da Gartner, intitolato Hype Cycle for Linux, 2007 a cui rimandiamo il lettore interessato a un’analisi approfondita.

Vale la pena chiarire che questi Hype Cycle, nonostante il nome un po’ ostico, non sono altro che un modo per rappresentare la “visibilità” di una data tecnologia, ossia l’interesse, l’attenzione dei media e degli analisti, e le aspettative dei possibili utenti, in cinque periodi consecutivi che Gartner indica in modo fantasioso.

Il primo periodo è chiamato dello “Stimolo della tecnologia”, seguito dal “Picco delle aspettative eccessive” e dalla “Valle delle disillusioni” dove si raggiunge il minimo di visibilità. Da qui si riparte con la fase “dell’Ascesa verso la luce” per raggiungere “l’Altopiano della produttività”.

Nel primo periodo, quello in cui c’è la pura disponibilità di una nuova tecnologia a suscitare l’interesse degli utenti, troviamo i desktop “consumer”. Ciò sta a indicare che qui ci sono quegli utenti casalinghi che sono attratti da Linux per pura curiosità.

Il periodo successivo è quello degli entusiasmi, spesso fuori luogo, che si manifestano quando una nuova tecnologia comincia a prender piede e a essere utilizzata anche dalle aziende. Qui Gartner colloca i server con un numero di processori da 16 a 64 e le architetture Risc.

Altri utenti sono già arrivati alla terza fase, quella della disillusione. Vi troviamo tra gli altri chi ha voluto migrare prematuramente ad applicazioni open source non del tutto mature, chi ha scelto un desktop Linux per l’ufficio, magari affidandogli funzioni critiche per l’azienda.

Nelle due fasi successive gli utenti cominciano a vedere la fine dei loro problemi, a partire da chi utilizza Linux sui server da 8 processori o a supporto dell’architettura Itanium di Hp o dei mainframe Ibm della serie Z, che già può ricavare qualche soddisfazione dalla sua scelta di campo. Infine troviamo gli utenti beati del loro sistema Linux: sono quelli che lo usano a supporto del loro storage in Lan, dei loro cluster di calcolo tecnico e delle loro infrastrutture di rete.

Lo studio citato fornisce una risposta anche ad altre domande: quali e quanti benefici le organizzazioni potranno ricavare dall’adozione di Linux? e quando ciò potrà avvenire? Gartner dice: la maggior parte dei benefici si possono ottenere in un arco di tempo di 2 – 5 anni, il che significa che la tecnologia open source è ormai diventata sufficientemente matura da non poter più essere trascurata, a meno di non voler perdere l’opportunità di trarre i vantaggi ad essa collegati.

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