Il canale e l’economia stanno meglio se c’è il software

Analisi a tutto tondo di un comparto Ict in buona salute e con una crescita positiva. Attraverso alcuni dati di mercato evidenziamo quali potrebbero essere i settori di maggior interesse di business

Dicembre 2007

Il software fa bene all’economia. Anche a quella italiana. Lo sostiene Idc in una ricerca “indipendente” (ma effettuata per conto di Microsoft che in questa “analisi” fa la parte del leone), dopo aver esaminato l’impatto del settore It in 82 Paesi che rappresentano il 99,5% degli investimenti totali in tecnologie a livello mondiale. La società statunitense di ricerche ha rilevato che l’ecosistema di Microsoft (l’insieme delle persone che lavorano in aziende It e i professionisti It che creano, commercializzano o distribuiscono prodotti eseguiti sulle piattaforme Microsoft) giocherebbe un ruolo chiave in termini di contributo complessivo del settore informatico all’aumento dell’occupazione e allo sviluppo economico. La ricerca ha rilevato, a livello mondiale, che per ogni dollaro guadagnato da Microsoft nel 2007, le aziende che lavorano con la società di Bill Gates ne generano 7,79. Inoltre, secondo i risultati dell’indagine, nel 2007 più di 640mila partner nel mondo appartenenti all’ecosistema di Microsoft hanno ottenuto entrate per oltre 425 miliardi di dollari e investiranno 100 miliardi di dollari in ricerca e sviluppo, marketing, vendite e supporto nelle economie locali. Negli 82 Paesi esaminati, il settore It vedrà una continua e forte crescita per i prossimi quattro anni, generando ulteriori 7,1 milioni di posti di lavoro.
Per quanto riguarda l’Italia la ricerca di Idc stima che nel 2007 le attività It correlate a Microsoft abbiano dato origine a oltre 250mila posti di lavoro (pari al 38% del totale delle risorse impiegate nel settore It in Italia). Lo studio indica che la spesa informatica raggiungerà i 25,8 miliardi di euro nel 2007, e si prevede che aumenti del 6,2% all’anno nei prossimi quattro anni.
Di fatto, la spesa in software sembra dover crescere del 6,1 per cento. Il software genera attività nei settori dei servizi e della distribuzione, oltre che nelle organizzazioni che utilizzano le tecnologie It, pertanto anche se gli investimenti nel software pacchettizzato a livello italiano saranno solo un quinto del totale degli investimenti in It nel 2007, il 49% dell’occupazione nel settore It sarà relativo al software.
Per ogni euro guadagnato da Microsoft nel 2007, le aziende che lavorano con la filiale italiana ne generano 8,86, contro una media dei Paesi dell’Unione europea pari a 7,76 euro. Inoltre, secondo i risultati della ricerca, nel 2007 più di 25mila partner appartenenti all’ecosistema di Microsoft hanno ottenuto entrate per oltre 8,5 miliardi di euro e investiranno 1,8 miliardi di euro in ricerca e sviluppo, marketing, vendite e supporto nelle economie locali.

Se lo sguardo si posa sul resto del mercato
Ma, ovviamente, non c’è solo Microsoft. Secondo una recente indagine condotta da Sirmi sulle Top software house (di cui qui diamo uno spaccato in ambito italiano), il comparto “soluzioni” dovrebbe crescere anche per quest’anno. E questo perché ci sono delle tendenze in atto, cui è difficile sottrarsi.
Sirmi le identifica in diversi passaggi sostenendo che le prospettive di crescita del mercato nel contesto digitale possono essere ben più rosee di quanto evidenziato dai tassi di crescita previsti per i tradizionali e singoli mercati che lo compongono: prevedere o immaginare livelli, intensità e qualità della futura domanda di soluzioni, prodotti e servizi digitali non è, peraltro, così scontato, né alla data sono ben quantificabili. Da un lato, la propensione degli utenti ad adottare soluzioni innovative “all digital” e a riconoscere le potenzialità d’uso e gli ambiti di applicazione delle soluzioni convergenti; dall’altro, la capacità degli operatori dell’offerta di veicolare l’innovazione e trasferirla presso gli utenti traducendola in soluzioni concrete; dall’altro, ancora, le sinergie già esistenti e potenziali tra i diversi mercati.
Certo è che dalla convergenza dei singoli mercati, oggi digitali, può avere origine un mercato di dimensioni maggiori rispetto a quello derivante dalla semplice somma delle componenti, le cui prospettive di crescita si posizionano su tassi ben superiori ai pochi punti percentuali tipici dei mercati maturi.

In aumento i servizi di sviluppo
A fronte di inarrestabili e ormai ben avviati processi di diffusione della tecnologia a supporto di innumerevoli attività, sia nelle imprese, sia a livello individuale, e considerando una crescente maturità degli utenti rispetto all’impiego e all’applicazione della tecnologia, nel prossimo futuro dovrebbe aumentare la domanda di servizi di sviluppo, componente chiave per l’implementazione di nuove soluzioni digitali, sostenute e stimolate anche dal continuo sviluppo tecnologico e dal rilascio di nuove soluzioni, peraltro sempre più orientate all’integrazione tra It, Internet, Telecomunicazioni e contenuti. Inoltre è prevedibile che gli investimenti delle imprese si orienteranno da un lato alla soddisfazione della “naturale” e fisiologica domanda di rinnovamento di infrastrutture e dotazioni obsolete, dall’altro all’integrazione delle tecnologie digitali disponibili in soluzioni che sia possibile ipotizzare come realmente funzionali al miglioramento del business.
Sul mercato Tlc, a fronte di fenomeni quali la crescita del ruolo della componente accesso (in cui verranno progressivamente incluse e integrate crescenti quote di traffico per servizi di base, quali voce e accesso a Internet), il progressivo calo della spesa per traffico nelle Telecomunicazioni non integrato nel servizio di accesso e la crescita della spesa per servizi Tlc a valore aggiunto e contenuti, la loro “combinazione” potrà garantire uno sviluppo del mercato in questione a un tasso complessivo sostanzialmente flat: la crescita dei Vas e della componente di spesa per accesso non sarà, infatti, sufficiente a controbilanciare la diminuzione della spesa per puro traffico.

Consigli utiliper nuovi servizi
Al fine di sostenere lo sviluppo del mercato, gli operatori dovranno necessariamente introdurre nuovi servizi (abilitati dalla convergenza), per utenza business e consumer. I “nuovi servizi” potranno consistere in un modo innovativo di fruizione di servizi già oggi disponibili attraverso canali tradizionali, ovvero nello spostamento sull’infrastruttura Tlc del canale di accesso e fruizione della maggior parte dei prodotti e servizi di interesse pubblico e privato. Comunque sia, la struttura del mercato è destinata a mutare in modo sostanziale, ed è altrettanto evidente che lo scenario attuale, per quanto siano evidenti o emergenti segnali di cambiamento, è ancora lontano da un assetto definitivo.
Lo sviluppo del mercato delle Telecomunicazioni, nel breve e nel medio periodo, potrà essere stimolato da fenomeni quali il crescente ruolo della mobilità in azienda: il progressivo sviluppo di soluzioni di connettività mobile a banda larga rappresenta un volano di crescita per il mercato della mobile enterprise. Altro aspetto da considerare è che la spinta tecnologica non è stata ancora ben assorbita dal mercato: la disponibilità di reti a banda larga fisse e mobili, le nuove architetture di rete e l’offerta di terminali innovativi garantiscono l’accesso potenziale a una molteplicità di servizi indipendentemente dalla loro natura, dal device e dalla rete di accesso utilizzata. Il mercato, tuttavia, specialmente sul fronte consumer, risente ancora della mancanza di una killer application che possa innescare fenomeni di crescita: tra i possessori di device di terza generazione, la quota dei reali utilizzatori delle funzionalità multimediali è limitata e i servizi sono ancora percepiti come non indispensabili.

ha collaborato Sirmi

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