Collaborazione in azienda. Una proposta per migliorarla

Bea presenta Genesis, un’iniziativa che si propone di far convergere Soa, Web 2.0 e business process management per realizzare applicazioni da condividere tra gruppi di lavoro

Delle Soa sentiamo parlare da diversi anni, anche se solo adesso iniziamo a leggere di prime iniziative concrete (non solo sperimentazioni di pionieri) di successo. Bea Systems in questa tecnologia ci crede da tempo ed è stata tra le prime realtà a puntare sul middleware di integrazione per favorire la scomposizione delle applicazioni in piccoli mattoni facilmente riutilizzabili. La società, presente nel nostro paese da 9 anni, vanta circa 150 referenze tra le grandi realtà del mondo banche/finanza, telecomunicazioni, Pubblica amministrazione e governo, tutte seguite direttamente dalle 60 persone della struttura italiana. «Ma anche le utility, con la liberalizzazione del mercato, stanno iniziando a sperimentare i benefici delle Soa – esordisce Marco Bucci, regional vice president Mediterranean Region (Italia, Medio Oriente e Africa) di Bea Systems -, soprattutto nella realizzazione di contact center interattivi». Dopo aver investito nello sviluppo di soluzioni create su misura per i clienti di grandissime dimensioni, oggi la società si dice pronta a raccogliere nuove sfide commerciali e “guarda più in basso”. «L’idea è di iniziare a proporre le nostre tecnologie Soa alle medie imprese – chiarisce il manager -, anche grazie all’aiuto di partner selezionati del calibro di Accenture o Italtel, così come di alleati locali, fortemente radicati sul territorio». A ben vedere, però, si scopre che il concetto di media azienda per Bea è quello di realtà non proprio in linea con l’ideadi media impresa italiana.

«Oggi le Soa sono veramente alla portata di tutti – sostiene Bucci -. A ben pensarci, infatti, il riutilizzo di porzioni di software è cosa fattibile con un investimento contenuto rispetto ai benefici potenzialmente raggiungibili». Investimenti contenuti che, però, risultano ancora impensabili per le realtà non corporate, tanto che nel segmento dei server logici, ad esempio, la corsa della soluzione open source Jboss sembra inarrestabile.

Ma il manager italiano minimizza: «L’open source è cosa buona e giusta, ma solo se accompagnata da scelte oculate. Ecco perché anche noi supportiamo i clienti che decidono di dotarsi di strumenti a sorgente aperto, con un approccio che definiamo blended. Questo significa, in sostanza, che consigliamo l’utilizzo di soluzioni open source negli ambienti non critici e il software proprietario, che offre maggiori garanzie di supporto ed evoluzioni funzionali, per i processi chiave del business».

Oggi, però, la società californiana non è intenzionata a stare ferma e cavalcare passivamente l’onda lunga delle Soa, ma guarda già oltre. Il suo futuro sembra, infatti, sempre più votato verso la collaborazione all’interno dei team aziendali. «A dimostrazione del nostro impegno – prosegue il manager – abbiamo presentato nelle scorse settimane Genesis. Si tratta di un’iniziativa, quindi non un software, che si propone di far convergere Soa, Web 2.0 e Business process management per realizzare applicazioni collaborative. L’idea è quella di rendere sotto forma di singoli atomi riutilizzabili le diverse transazioni e, più in generale, gli elementi fondamentali dei singoli processi che si svolgono in azienda.» Come? «Il primo passo è AquaLogic Registry Repository 3.0, rilasciato di recente, che supporta WorkSpace 360° – conclude Bucci -. Questo strumento fa perno sulla massima collaborazione per aumentare l’efficienza di analisti software, architetti, sviluppatori e personale nelle diverse fasi di realizzazione delle applicazioni orientate ai servizi». WorkSpace 360° è costituito, infatti, da un repository centrale per la gestione dei metadati, da uno strumento di workflow e da tool per l’esplorazione delle applicazioni. Inoltre, comprende un framework di interoperabilità dei metadati, per l’inclusione e la perfetta integrazione con le tecnologie delle terze parti, e strumenti di governance delle attività di sviluppo.

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