Piero Ricaldone – responsabile Divisione Hro
Con riferimento al panorama italiano, l’attitudine ad affidare la struttura in outsourcing non dipende tanto dal settore di appartenenza, quanto dalle dimensioni dell’azienda. L’esternalizzazione della struttura It è prerogativa, quasi esclusiva, delle grandi imprese, dai 1.000/2.000 dipendenti in su. In parte ciò è dovuto al fatto che l’offerta di servizi di facility management spesso non risulta bilanciata, rivelandosi abbordabile per una grande azienda, ma onerosa per una piccola.
In linea teorica, ogni aspetto che esula dal core business si presta a essere affidato in outsourcing. Tuttavia, il mercato italiano non ha ancora la maturità per considerare l’esternalizzazione di attività onerose come, per esempio, l’amministrazione contabile, in particolare quella clienti/fornitori. Registriamo, invece, investimenti nell’amministrazione di paghe e contributi e ultimamente, nella gestione documentale.
La valutazione dei vantaggi economici è dipendente dalla capacità di quantificare correttamente e nel loro complesso i costi interni, pratica oggettivamente difficile. Ma il presupposto di scegliere l’esternalizzazione al solo fine di ottenere un risparmio economico è scorretto: l’investimento in outsourcing deve rientrare in una valutazione più ampia di benefici di carattere organizzativo e strutturale. In ogni caso, è poco probabile che i vantaggi economici premino l’It manager.





