Cdp, 9 Cio su 10 dicono sì

Studio di Ca sul Continuous Data Protection: gli It manager lo vorrebbero a maggioranza, ma solo il 40% lo usa.

Ca ha commissionato alla società di consulenza inglese Gyro International una ricerca intitolata “Recovery Management” che si è focalizzata particolarmente sul Continuous data protection (Cdp): diversamente dalle tradizionali procedure di backup in cui i dati vengono semplicemente archiviati su dischi magnetici una volta al giorno, il Cdp prevede il mantenimento costante di tutte le modifiche, offrendo una protezione 24 ore su 24 contro eventuali perdite di dati.

Lo studio, condotto nella prima metà del 2007, ha consentito di contattare 367 It manager responsabili della protezione e del recupero dei dati che lavoravano in aziende inglesi, tedesche, italiane, francesi e spagnole, appartenenti a diversi settori di mercato, con più di 500 dipendenti e un fatturato annuale compreso fra 200 e 750 milioni di euro.

La ricerca ha evidenziato la crescente richiesta di un approccio meno strutturato per il backup: il 91% degli intervistati ha insistito sull’utilità di un backup continuo dei dati.

L’indagine ha anche rivelato che solo il 40% dei responsabili dei sistemi informativi interpellati utilizza già funzioni di Cdp o ha in progetto di farlo entro i prossimi 12 mesi, anche se l’80% degli intervistati ha dimestichezza con i concetti e i contenuti del Cdp e che soltanto il 50% è consapevole dei vantaggi che ne derivano per le imprese.

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