Le aziende europee sono scarsamente preparate in caso di perdita di dati. Questo il risultato di un recente studio condotto da NetApp per conoscere il modo in cui le medie imprese gestiscono le proprie informazioni e come si preparano ad affrontare i n …
Le aziende europee sono scarsamente preparate in caso di perdita di dati. Questo il risultato di un recente studio condotto da NetApp per conoscere il modo in cui le medie imprese gestiscono le proprie informazioni e come si preparano ad affrontare i nuovi scenari. La ricerca, che ha coinvolto 1.000 responsabili It in 8 nazioni (tra cui l’Italia), ha riguardato aziende con un numero di dipendenti compreso tra 100 e 1.000.
Il quadro generale emerso dall’indagine ha messo in luce una sensibile crescita nella capacità storage delle imprese, spinte a investire in questo tipo di soluzioni soprattutto dall’incremento dei flussi documentali (nell’ultimo anno, il 20% delle aziende europee e il 25% di quelle italiane intervistate da NetApp hanno visto incrementare di oltre il 30% la mole di dati da archiviare). L’applicazione che contribuisce maggiormente alla loro generazione risulta essere Sql Server, superata, in Italia, dalle soluzioni Oracle.
Brutte notizie arrivano dal fronte Disaster recovery. In Europa, solo il 35% delle aziende è preparato in caso di perdita di dati; il 26% sta pianificando investimenti, mentre il 34% è ai primi passi. Il 5% non sta pensando affatto al problema. I dati italiani non si discostano di molto da questa fotografia di mercato, nel suo complesso abbastanza sconcertante.
Indagate sulle tecnologie di backup più usate, le imprese europee hanno mostrato di preferire un approccio ibrido con un mix di nastri magnetici e dischi nel 53% dei casi. Solo i dischi sono utilizzati nel 28% delle organizzazioni, mentre solo i nastri nel 18% delle aziende: due percentuali radicalmente diverse nella realtà italiana, dove l’esclusività dei nastri è notevolmente ridotta a vantaggio dei dischi.
Dall’indagine emerge un altro dato interessante. Il 38% delle medie imprese nostrane affronta, infatti, il tema dello storage con il supporto di consulenti specializzati (i): una delle percentuli maggiori in Europa, dove in generale si sceglie il semplice system integrator. La preferenza è dettata dalla difficoltà (più avvertita in Italia che altrove) di tenersi al passo con l’evoluzione della tecnologia storage.
Analizzato per industry, il bisogno di capacità d’archiviazione risulta, infine, più avvertito nei settori della Pa e della sanità, mentre i più preparati contro le perdite dei dati si sono dimostrati i servizi professionali.





